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Le foto di Corinaldo


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Silvia Perez CruzMolto belle le foto del concerto di Corinaldo appena giunte in redazione. Ammirate Silvia Perez Cruz e Ravid Goldschmidt facendo clic qui. Con le foto sono arrivate anche le prime registrazioni dell’evento corinaldese. Rimanete sintonizzati; le renderemo disponibili in podcasting entro poche ore.

Un lungo commento da Sant’Ansovino


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E’ di Lucio Musto. E’ del 22 giugno. E’ di 557 parole.

Sant’Ansovino

Stasera, notte magica.

L’ambiente fisico è quanto di più suggestivo si possa immaginare, la memoria storica animata da innumerevoli presenze che hanno lasciato tracce infinitesime, invisibili di per sé eppure partecipi dello spirito del luogo incantato. Centomila preghiere elevate con fede nel silenzio dell’eremo, tante lacrime umane versate nel pudore di intimi dolori appassionatamente offerti in espiazione o per conforto ad un dio invisibile eppure necessario. Muto, eppure confortevole.

E’ una microscopica chiesetta, “Santuario di Sant’Ansovino in Avacelli d’Arcevia” nascosta nel più fitto del bosco sovrastante Serra S. Quirico, in fondo ad un’appena tracciato sentiero che è quasi azzardo percorrere in auto. Un tempietto romanico dall’aspetto solido di pochi metri quadrati segnato con la croce del Tempio ed una canonica (o forse un umile monastero?) quasi in rovina ma ancora aggrappato, per fede diresti più che per sostegno statico, al luogo santo.
Del X secolo, ci dicono, ma sembra più vecchio, un luogo senza tempo, antico ed immutabile come la preghiera dell’uomo.

Ci si fa musica stasera, musica particolare, e comunione d’anime. Come pellegrini di un tempo, e nella stessa logica direi, una quarantina di sconosciuti che si radunano nel luogo disagevole e seducente, intorno ad un dio bizzarro, ignoto e concreto, per soddisfare il personale desiderio di introspezione ed insieme unità con altre anime assetate della stessa misteriosa sete.
L’ispirazione del Cenobio, appunto, che in abiti attuali e mezzi meccanici potenti, è tuttavia ancora radicato e possente e ci spinge qui, nel bosco, a cercare di sfiorare nella musica un lembo della veste di Dio.

A suonare è un bel ragazzo di forse trent’anni, dall’accento vagamente straniero e gli occhi perduti nelle sue inusuali armonie. Le note che esegue su una viola da gamba del ‘600 di tonalità bassa sono quelle più consone e normali in un ambiente siffatto. Frescobaldi, Tobia Hume il “Capitain”, Ganassi… e Jenkins sonato invece, quest’ultimo, su uno sconosciuto e rarissimo strumento, il più acuto della famiglia delle viole. Liquide sequenze cinquecentesche, balzane alle orecchie e pure gradevoli al cuore, familiari come reminiscenze antiche di lontanissime passioni dei padri in qualche modo trasmesse nel sangue e nel brivido di emozioni segrete.

Intorno, nella piccola sala, accosciati su artistici tappeti tessuti chissà quando da chissà quale animo sensibile noi quaranta, meditiamo in silenzio, ognuno preso nell’intimo colloquio con il “tu” di se stesso, consapevole, difeso, protetto e rasserenato dalla presenza silenziosa di tutti gli altri.
L’ancestrale sicurezza del branco è palpabile in questa tana artificiale di pietre bianche e mattoni rossi appena rischiarata da una ventina di fiammelle.

Fra noi, con noi, eppure perdutamente preso dai suoi accordi, il giovane violista carezza il suo strumento, lo sfiora con languidi accenti, gli parla con sospiri brevi, a tratti ansimanti, a tratti pacati e molli. E lui, lo strumento, (o è forse una “lei”?) risponde al suo maestro con note vibranti che anche i nostri cuori (ma non so se le udiamo davvero), percepiscono perfettamente.
Lui va per la sua strada, con le sue note, col suo dire fra sé, e noi lo seguiamo volentieri, in carovana di serena letizia, a realizzare quell’Arte, che nata nel pensiero di uno, tanti secoli fa, ancora si manifesta e realizza. Nel bello che gira, nell’amore che si condivide.

Poi la musica tace e l’incanto svanisce. O no? ci sembra, stasera, di essere un pochino più buoni.

La Grande Grotta del Vento


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E’ l’ultima sera. La sera più suggestiva, la sera della Grande Grotta del Vento. Ci caleremo nel cuore della montagna, laddove l’acqua, col suo dolce scorrere e col suo millenario gocciolìo ha saputo farsi strada, disegnando profili e scenari inimmaginabili. Scenari e profili che stasera, dalle ore 21, accoglieranno i cantori del Complesso De Labyrintho. Dislocati a decine di metri di distanza gli uni dagli altri, mescoleranno le loro voci al rumore leggero della pioggia e andranno a colmare gli immensi spazi della grotta per regalarci emozioni nuove. Per il Festival Cantar lontano non sarà la prima volta, quella di stasera. Là dentro ci siamo già stati, là sotto abbiamo già fatto musica e ne abbiamo tratto un video.


Sonorità cinquecentesche, ritmi sudamericani.


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Ore 21 Serra San Quirico, ore 24 Portonovo. Il Festival Cantar Lontano attraversa di nuovo le Marche, in un escursus musicale che spazia dalle sonorità cinquecentesche a quelle del folclore sudamericano. Appuntamenti da non perdere, mentre in redazione stanno giungendo foto e video degli ultimi concerti, da Loreto a Corinaldo. Rimanete sintonizzati.

Il libro del Cantar Lontano a Portonovo


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Ecco alcuni dei commenti trovati nelle pagine del libro del Cantar Lontano dopo l’incontro musical-gastronomico di sabato 24 presso la chiesa di Santa Maria di Portonovo:

Complimenti per la nuova iniziativa
Firma illeggibile

Mentre noi cantavamo gli altri mangiavano
Walter Testolin e Alessandro Carmignani

Complimenti a Marco e Mauro per la loro genialità

Tutto molto e meravigliosamente terso


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Il libro del Cantar Lontano raccoglie dediche dense di emozione anche a Loreto:

Decisamente bello
Firma illeggibile

Merveilleux
Marina Revelli

Tutto molto e meravigliosamente terso
Clara

Più che affascinante
Firma illeggibile

Ad maiora semper
Alessandra e Berardo

Cantar leggiadro e arco di seta
Firma illeggibile

E’ proprio vero che la musica ha il potere di elevare lo spirito
Enrico

Loreto è suggestivo, la musica accresce tale stupore
Elena

Echi da Loreto


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Organizzare un concerto a Loreto è sempre un terno al lotto. Pochi minuti prima dell’inizio, dalla finestra della piccola infermeria che ci hanno adibito a camerino, comincia a entrare un assordante rumore prodotto da gigantesche casse pilotate da potenti amplificatori. Guardo Oliver con gli occhi sbarrati e gli dico:

“Non sapevo di questa cosa, mi dispiace.”

Olivier chiude in fretta la finestra e il rumore si affievolisce un po’.

“Ecco così va bene, no?” se ne esce Olivier.

In verità il rumore era quasi lo stesso.

Era un modo gentile, quello di Olivier, per tranquillizzarmi.

Poi interviene Domitille, la voce flebile, il sorriso dolcissimo e gli occhioni sgranati:

“Una volta, abbiamo tenuto questo concerto in Francia e intorno alla chiesa ha cominciato a suonare la banda della città, con trombe, tamburi e bombardini. Abbiamo dovuto interrompere il concerto e aspettare che terminassero”.

La contrattazione con il personale dell’Unitalsi, per’altro molto gentile, è durata un paio di minuti. Hanno abbassato il volume e, seppure un po’ in ritardo, abbiamo potuto iniziato il concerto.

Un concerto di grande intensità e bellezza, commovente, un vero capolavoro, come potrà raccontare chi ha avuto la fortuna di esservi presente.

Un bel successo


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Lo streaming in diretta dalla chiesa di San Domenico di Ancona ha suscitato molto seguito. Numerosi sono stati i contatti, molteplici le email che ci stanno arrivando. C’è stato qualche piccolo problema legato all’ampiezza della banda, che ha causato qualche rallentamenti. Non è stato facile far arrivare in chiesa la connessione ADSL. I tecnici hanno lavorato alacremente tutto il pomeriggio, distendendo in terra oltre 50 metri di cavo telefonico. Però ce l’abbiamo fatta e ne siamo felici. Il Festival Cantar Lontano allarga i suoi orizzonti.

La diretta mondiale


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E’ la sera della diretta mondiale. Da Piazza del Plebiscito, nel cuore di Ancona, il Festival Cantar raggiungerà ogni luogo della terra grazie alla trasmissione streaming che si potrà seguire direttamente dalle pagine del nostro sito. Collegamento dalle ore 20.45. Ocorreranno l’accesso a banda larga e… un clic.

Solo per voi tra mille


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Mentre l’intero staff del Festival Cantar Lontano 2006 si lascia alle spalle Loreto e attraversa la notte marchigiana per raggiungere Jesi, dove si terrà il concerto delle ore 24, giunge in redazione il filmato di Solo per voi tra mille, il concerto tenutosi ieri ad Avacelli di Arcevia. Da non perdere.


Le foto del concerto di Avacelli


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Sono giunte in redazione le foto del concerto di ieri sera ad Avacelli di Arcevia, chiesa di Sant’Ansovino. Sono bellissime. Le trovate qui.

Il bis di Vittorio Ghielmi


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A Vittorio hanno chiesto diversi bis. Se lo immaginava. Prima dell’ultimo, mentre accordava lo strumento, sguardo assorto, ha detto: “Concludiamo con…” E giù, tutti a ridere. A ridere perché Vittorio non aveva alcuna via di fuga. Il pubblico seduto sui tappeti gli impediva l’uscita e lui sapeva bene che, se glielo avessimo chiesto, avrebbe dovuto suonare ancora. “Non posso neanche fuggire”, ha dichiarato tra il serio e li faceto. “Marin Marais, il grande assente del programma”. E ci ha proposto un’intensa esecuzione della Sarabande l’Espagnole. Ascoltatelo facendo clic qui o utilizzando il lettore multimediale.


Lucciole, candele e musica meravigliosa


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Gli affezionati del Festival Cantar Lontano amano lasciare il segno. Un libro, che segue fedelmente ogni concerto, ne raccoglie i loro pensieri. Ecco quelli di ieri sera:

“Erano vent’anni che non ascoltavo un concerto seduto per terra, fra gli amici. Mi son sentito vent’anni di meno. Grazie”
Lucio Musto

“Grazie per la sensibilità di tutti i particolari, peccato che, una volta accesa la passione per questa emozione speciale, poi tutto è finito.”

“Lucciole candele e meravigliosa musica. Grazie.”
Firma illeggibile

“Grazie a Vittorio. Alla viola da gamba, ai templari, a Cantar Lontano. Emozione pura!”
Nicola Matteini

“Strength and touch makes his music a harmony of love and decisione. Thank you.”
Firma illeggibile

“Mille e una notte…magica.”
Firma illeggibile

“Biagio e Alessandra, siamo estasiati, da Milano.”

Difficile tornare all’illuminazione del monitor dopo la calda luce delle candele di ieri! Vi siete anche accordati con lucciole e stelle per rendere perfetto l’ambiente!
Grazie per la bella serata e il bel concerto!
Ci vediamo a Frasassi.
Anna

Le suggestioni di Avacelli


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E’ cominciato davvero bene questo festival, i primi ad arrivare sono stati due cacciatori di cinghiali, fucili a tracolla, ci hanno messo in guardia “Qui ci sono i cinghiali, attenti, possono spuntare da un momento all’altro”.

La Chiesa si presentava proprio bene, al tramonto, illuminata a candele, i tappeti per terra, era come se dopo secoli avesse ripreso a vivere, bella anzi, splendida.

Vittorio era contento, un suono puro, risonante il giusto “Ma qui non si può incidere un disco?”
“No, non c’è la corrente, non si può!”

Poi sono cominciati ad arrivare e il piccolo spazio davanti la chiesa si è riempito, si sbirciava dentro, le candele, i tappeti, faccie conosciute e faccie mai viste, con lo sguardo curioso, tutti in attesa di qualche cosa di bello.

Abbiamo iniziato una mezzora in ritardo, ben tollerato, perché era forse logico a tutti che si sarebbe dovuto cominciare con la penombra della notte che stava arrivando, e poi l’arco di Vittorio sulla viola bassa, poi sulla piccola viola soprano, una cascata di note, le sue parole dolci e rassicuranti, il silenzio di tutti i presenti, un silenzio quasi assordante perché intorno a quella chiesa isolata non c’è un rumore. Un silenzio che non siamo più abituati a sentire, perché ovunque, quando si ascolta un concerto, c’è un tram, un treno, una campana, l’aria condizionata, un telefono, ovunque tranne lì, in quel momento.

C’erano una cinquantina dei persone dentro la chiesetta, sedute a terra, e altrettante di fuori ad ascoltare la musica avvolte dalle lucciole, che dalle parti di Avacelli, lo abbiamo scoperto stasera, amano la musica.

Cronache Maceratesi


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Cronache Maceratesi, a firma di Gianna Ferretti, ci dedica un post molto bello. Grazie di cuore e benvenuti a tutti voi che ci raggiungete grazie alla loro segnalazione.

Il festival Cantar Lontano sul Resto del Carlino


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Il Resto del Carlino di stamani dedica un bel servizio al Festival Cantar Lontano. Eccolo in formato pdf.

Marco Mencoboni a RadioTre Suite


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Si è appena conclusa l’intervista radiofonica che ha visto Marco Mencoboni ospite di RadioTre. Ve la proponiamo prontamente in podcasting. Ascoltatela utilizzando il lettore multimediale o facendo clic qui.


La diretta mondiale di sabato 24


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Sarà con ogni probabilità la città di Ancona, attraverso il Festival Cantar Lontano ad entrare nella storia di Internet per aver realizzato il primo concerto i musica classica in diretta streaming mondiale attraverso la rete. Grazie alla collaborazione di Da Capo al Fine, i tecnici informatici del Festival, che si aprirà giovedì prossimo nella Chiesina Templare di Sant’Ansovino di Arcevia, hanno infatti reso possibile la trasmissione del concerto in programma sabato 24 giugno alle ore 21 nella bella chiesa di San Domenico di Ancona: in programma musiche di Diego Ortiz. Il concerto sarà diretto dal maestro Marco Mencoboni, direttore artistico del Festival.

Sarà sufficiente fare clic qui a partire dalle ore 20.45 di sabato 24 giugno per assistere ed ascoltare il concerto in diretta, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.

L’allestimento di Sant’Ansovino


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Marco Mencoboni a Sant'Ansovino
Stiamo allestendo il luogo del primo concerto, la chiesa di Sant’Ansovino di Avacelli, in Arcevia (AN). Sono arrivati alle 15,30 i meravigliosi tappeti preparati per l’occasione da Sergio Perrero, delle vere opera d’arte su cui ci si potrà sedere e sdraiare per ascoltare il concerto di Vittorio Ghielmi. Ecco alcune foto dell’allestimentoi, col Maestro Marco Mencoboni in una veste davvero insolita. Fate clic qui per dare un’occhiata a quello che abbiamo combinato oggi pomeriggio.

Le origini del gioco del Cantar Lontano


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Molti ci chiedono da dove sia nata l’idea del Gioco del Cantar Lontano. Date un occhio alla storia che Marco Mencoboni ci ha appena fatto pervenire:

Questa coppa è tra i pezzi più famosi di Casteldurante, dipinto nei primi anni del ‘500, il periodo d’oro della maiolica durantina. Si trova a Faenza, nel Museo internazionale delle ceramiche, ma proviene dalla donazione Galeazzo Cora. Vi è fedelmente dipinto uno spartito con la prima parte (Altus) di una canzone a quattro voci della Frottola composta prima del 1507, dall’organista modenese Iacopo Fogliano, Con ogni probabilità tale maiolica faceva parte di quattro esemplari comprendente anche le coppe con le altre voci del quartetto: il Cantus, il Tenor e il Bassus.

Il gioco del Cantar Lontano e l’idea di realizzare i quattro sottobicchieri nasce da lì.

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