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Vittorio Ghielmi, nato a Milano, si è distinto sin da giovanissimo per l’intensità della sua interpretazione musicale e per la novità del suo approccio alla viola da gamba. Vincitore del Concorso Internazionale Romanini di Brescia (1995) ha ricevuto nel 1997 The Erwin Bodky Award (Cambridge, Massachussets), riservato al miglior giovane musicista. Ha compiuto i suoi studi sotto la guida di Roberto Gini, Wieland Kuijken, Christophe Coin.
In duo col fratello Lorenzo o con Luca Pianca, ha tenuto recitals nelle più importanti sale d’Europa, in Giappone (Casals Hall) e negli Stati Uniti. Ha collaborato con artisti quali Gustav Leonhardt (in duo), Cecilia Bartoli, Andràs Schiff, Mario Brunello e, come solista invitato e direttore, con importanti orchestre (Wiener Philarmoniker, London Philharmonia, Los Angeles Philharmonic Orchestra, Il Giardino Armonico).
Ha inciso come solista per Decca, Teldec, Virgin, Supraphon, Auvidis, winter&winter , CPO, Harmonia Mundi Iberica etc. ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra le sue incisioni spiccano i concerti per viola da gamba ed orchestra di J.G.Graun, (il n.2 in la minore, con l’Ensemble baroque de Limoges diretta da C.Coin, il n.4 in la maggiore con la Wiener Akademie direttta da M. Haselböck, CPO; il n.3 in La Maggiore con “Il Gardellino”) che ha pure eseguito davanti a 10.000 persone con la Los Angeles Philharmonic Orchestra al Bowl Hall, Hollywood.
Con l’ensemble Il Suonar Parlante, da lui creata, ha collaborato con famosi compositori e jazzisti (Uri Caine, Kenny Wheeler, Markus Stockhausen, Don Byron, Ernst Reijseger). Ha eseguito prime di importanti composizioni contemporanee (Kevin Volans, Teatro Regio di Torino; Nadir Vassena, sala della Filarmonica di Berlino), ha accompagnato cantautori quali Vinicio Capossela (festival Tenco 2003) e lavorato con la famosa artista di circo Annie Fratellini.
Si è occupato di didattica della viola da gamba (metodo Biordi-Ghielmi, ed. Ut-Orpheus, Bologna), di pubblicazione di repertorio inedito (Minkoff) e di trattatistica antica (per Fuzeau ha curato la pubblicazione anastatica di tutti i trattati italiani per viola da gamba).
E’ professore titolare di viola da gamba al conservatorio Luca Marenzio di Brescia; è professore invitato al Conservatorio Superiore della Svizzera Italiana (Lugano), presso l’ Università di Salamanca ed ha tenuto corsi e conferenze in tutta Europa.
(http://www.pianca-ghielmi.com)
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Il Festival Cantar Lontano 2006 omaggia i suoi affezionati estimatori con un CD utilizzabile a mo’ di sottobicchiere, un CD che illustra tutti gli eventi in programma e che propone alcuni anteprime degli ascolti. L’elenco dei luoghi in cui è reperibile il CD è consultabile qui.
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Il terzo concerto, il 22 giugno alle 24, ci porta ad Avacelli di Arcevia, presso la chiesa di Sant’Ansovino con il concerto “Cantar bastardo“, protagonisti Marco Scavazza canto e Cristiano Contadin viola d’arco.
Il territorio in cui è situata la chiesa di Sant’Ansovino acquista la sua importanza durante l’alto Medioevo, quando i Longobardi del Ducato di Spoleto crearono, nella zona di confine con i Bizantini, un loro gastaldato con centro in “Castellum Petrosum” (l’attuale Pierosara) nella cui orbita gravitavano la conca di Fabriano e tutta l’alta valle del Misa.
La piccola valle del fosso Fagiano veniva a trovarsi al centro dei traffici tra una valle e l’altra, testimoniati tra l’altro dall’esistenza del vicino toponimo medioevale “Pian dell’Ospedale”.
La chiesa di Sant’Ansovino viene fondata, probabilmente, tra il X e l’XI secolo, anche se solo dal 1082 se ne hanno notizie certe. Nel 1199 figura dipendente dall’Abbazia di Sant’Elena dell’Esino, trasferita poi da questa ad un ordine cavalleresco rimasto sconosciuto.
Nelle “Rationes decimarum” risulta appartenente alla magione templare di Pian dell’Ospedale e tassata per la rilevante somma di 45 soldi.
Nel 1308 Papa Clemente V ordina ai vescovi di Jesi e di Fano di inquisire contro i Templari presenti nelle loro diocesi, tra i quali quelli apparentenenti alla “magione si S: Ansovinii della fossa de l’omo morto”.
La chiesa è stata più volte rimaneggata nei secoli XIV e XV: Della struttura originaria restano la facciata, un vano sotterraneo destinato ad ossario ed una serie di capitelli, che si riallacciano alla tradizione longobarda, posti all’interno dell’unica navata.
Il solo elemento decorativo della facciata è una croce astile con sei palle, tipicamente templare.
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Dal 22 al 26 Giugno 2006 torna Cantar Lontano, la prestigiosa rassegna musicale nata ad Ancona nel 1999 e volta alla riscoperta dei luoghi e degli spazi capaci di amplificare la bellezza della musica. Tra questi i luoghi più suggestivi e ricchi di cultura e di spiritualità della Provincia.
L’edizione di quest’anno ripropone infatti spazi ormai consueti per il Festival, come la stupenda Santa Maria di Portonovo, la Basilica di Loreto, ma anche un spazi nuovo come la Chiesa di San Domenico di Ancona e la piccola Chiesa Templare di Sant’ Ansovino, sperduta tra i boschi. Come già lo scorso anno il Festival si chiuderà in un “auditorium” naturale che ha un volume pari a quello di una grande cattedrale come la Grotta Grande del Vento all’interno delle Grotte di Frasassi. Il repertorio eseguito spazia da Dufay a Orlando di Lasso, ma tocca anche il meno noto Diego Ortiz; da segnalare l’esecuzione della Jesu Christi Passiun dal manoscritto 240 della cattedrale di Clermont-Ferrand del XI secolo. Cantar Lontano Festival, come sostiene il Touring Club Italiano nella sua ‘Guida alla musica in Italia’, è una delle pochissime manifestazioni culturali marchigiane di respiro internazionale
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Un gioiello romanico immerso nel verde
Perfettamente inserita nel paradiso naturale del Monte Conero, questa chiesa sovrasta la scogliera di bianco calcare su cui è arroccata.
In armonia con l’ambiente circostante, parzialmente nascosta nel verde, è un vero e proprio gioiello dell’architettura romanica, realizzato in blocchetti lavorati di calcare del Conero.
La pianta a croce greca è divisa in cinque navate, la cupola risulta divisa in due parti, il tiburio e il tamburo sono quadrati, la principale fonte di luce è rappresentata dalle caratteristiche bifore.
Caratterizzata dalla pietra bianca del Conero, e’ per le sue forme armoniose ed eleganti la piu’ genuina di tutta l’architettura romanica. Pur attraverso varie vicissitudini la chiesa si e’conservata integra. La chiesa faceva parte di un monastero fondato probabilmente nel XI secolo, ma abbandonato nel XIII secolo. La bellezza di questa chiesa a croce greca risulta da una combinazione di elementi architettonici di provenienza bizantina con la maestria degli architetti lombardi. La sua pianta e’ un innesto fra lo schema basilicale e quello a pianta centrale. Insolito e’ che delle cinque navate le due esterne sono accorciate e fingono un transetto. Le tre absidi sono rivolte verso il mare, dalle loro finestre entra la luce del sole nascente che illuminava all’alba l’ufficio del canto mattutino dei monaci. In stile bizantino e’ la cupola che si alza su una base rettangolare e finisce in forma ellissoidale.
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Le grotte sono parte di un complesso sistema ipogeo che si estende per circa 18 chilometri all’interno del Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, un’oasi di verde ricca di storia e arte.
Le grotte hanno una storia antichissima e recente. Le meravigliose cavità sotterranee hanno iniziato a formarsi circa 1.400.000 di anni fa, quando il torrente Sentino, con il suo alveo più in alto rispetto alla posizione attuale, incontrò, insinuandosi tra le faglie delle montagna, l’acqua mineralizzata risalente dal basso. La roccia permeabile del monte è stata progressivamente corrosa dalle acque, che goccia dopo goccia depositano ancor oggi il calcare trasportato, dando vita alle diverse concrezioni. Scoperte casualmente dal Gruppo Speleologico C.A.I. di Ancona nel 1971, sono visitabili dal 1974 per un tratto lungo circa un chilometro e mezzo. La temperatura interna è costante a 14 gradi. La grotta più estesa è la Grande Grotta del Vento (13 Km).
Le spettacolari cavità sono già state visitate da oltre dieci milioni di persone. In un’ora circa di itinerario silenzioso e agevole si possono ammirare gli involontari capolavori della natura valorizzati da un sapiente uso dell’illuminazione, opera dello scenografo Cesarini da Senigallia.
Piccoli laghi, stalattiti intarsiate, lucenti stalagmiti, sale con arabeschi di cristallo e alabastro dai nomi più fantasiosi: il maestoso Abisso Ancona, la Sala dei Duecento, il Grand Canyon, la Sala delle Candeline, la Sala Bianca, la Sala dell’Orsa e quella dell’Infinito.
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Siamo seduti, stesi, su grandi tappeti nella piccola e meravigliosa chiesina di Sant’Ansovino. Marco Scavazza e Cristiano Contadin ci dilettano con canzoni beffarde. Guarda, e ascolta, qui:
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