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Il baritono Mauro Borgioni è l’ospite della nuova puntata di Le Nostre Stelle. Ascoltatelo parlare di sé, della sua attività artistica, del suo incontro col Cantar Lontano del suo ruolo all’interno del’ensemble e mentre interpreta la canzonetta a voce e strumenti Amorosa Lontananza di Biagio Marini (1594-1663).
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Prende il via Le Nostre Stelle, incontro periodico con gli artisti del Cantar Lontano. Il primo incontro e con il tenore Fabio Fùrnari. Ascoltatelo in podcasting mentre racconta la sua esperienza artistica, il suo rapporto col Cantar Lontano e mentre interpreta la cantata di Giacomo Carissimi Quasi Aquila. Sottoscrivete il feed oppure utilizzate il player. Dati del file: 18 Mb - 19′44″ - 128 Kb/sec stereo.
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E’ la terza volta, nell’arco di due anni, che la rivista Amadeus premia un CD E lucevan le stelle come il più bel disco del mese. E’ toccato, nel numero di ottobre, a Languir me fault. In precedenza erano stati premiati il disco Liquide Perle e il volume Circumdederunt me. Leggete qui la critica in formato pdf. Noi del Cantar Lontano ne siamo fieri e orgogliosi. Anche perché il progetto Languir me fault è nato a Cantar Lontano 2005, in tanti ricorderanno lo splendido concerto all’Abbazia di Sant’ Elena di Serra San Quirico alla mezzanotte del 25 giugno del 2005; una chiesa gremita ad applaudire Emanuela, Franco e Gabriele. E’ anche di questi giorni la firma del contratto per la cessione alla 50N srl di Roma dei diritti per l’utilizzo cinematografico di un brano di Languir me fault, la bella Fantasia di Marco dall’Aquila suonata da Gabriele Palomba. Il brano lo potrete ascoltare in chiusura del film Le ferie di Licu, a breve sugli schermi e girato da Vittorio Moroni. Lo regaliamo a tutti i nostri sostenitori e amici che non lo avessero ancora ascoltato. Lo potete scaricare in mp3 facendo clic qui. Il disco Languir me fault è reperibile attraverso il nostro distributore Sound and Music. La sensibilità dei critici di Amadeus sembra aver colto in pieno l’idea che ha mosso i tre artisti Galli, Palomba e Pavan alla realizzazione del cd, prodotto e diretto dalla prima all’ultima nota da Marco Mencoboni, guardate cose ci hanno detto gli interpreti durante la registrazione avvenuta nel minuscolo paesino svizzero di Bondo.
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Chi segue i concerti del Cantar Lontano avverte spesso il desiderio di lasciar scritta qualche riga, per fissare nel tempo l’emozione di un momento. E’ successo anche a Pontoise, dove alcuni spettatori hanno lasciato le loro note sul libro del Cantar Lontano, il libro che accompagna fedelmente tutti i nostri eventi. Eccovi, in formato pdf, i commenti lasciati da alcuni spettatori e un piccolo ritratto eseguito di getto in appena trenta secondi. Il concerto francese ha visto lo partecipazione di oltre 600 persone, giunte in gran parte da Parigi. Tra i presenti anche i direttori di tre importanti festival internazionali, che hanno già prenotato il nostro complesso per alcuni concerti da tenere tra il 2007 e il 2008. L’avventura con Alberto Momo, che ha documentato con più di otto ore di girato tutti i movimenti della trasferta, si tradurrà in un film che speriamo di potervi presto presentare. Qui l’estratto del libro con le note di Pontoise.
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Arrivano i primi video della trasferta francese. A quanto pare Mencoboni & Co non smettono mai di cantare, nemmeno in treno.
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La troupe di Cantar Lontano si sposta in Francia, per un concerto con in programma il Vespro di Diego Ortiz alla Cattedrale di Pontoise, il gruppo sarà composto per l’occasione da 20 artisti. Il concerto si terrà domenica 15 alle ore 17,30 nel cartellone del Festival Baroque di Pontoise. Non ci è possibile tentare una diretta streaming ma vi faremo poi ascoltare dei brani e vedere degli spezzoni. Seguirà tutta la nostra avventura il cineasta Alberto Momo con l’idea di realizzare un dvd del backstage di una trasferta musicale come la nostra. Sintonizzatevi con noi, almeno col pensiero.
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Cominciano ad arrivare in redazione le prime immagini dalla Sicilia. Le prime che possiamo proporvi si riferiscono al bellissimo concerto che Dhafer Youssef ha tenuto per noi a Melilli nella notte del 16 ottobre scorso e alle prove del complesso Cantar Lontano. Queste si sono tenute all’interno del Sepolcro di Santa Lucia e poi all’interno della Chiesa di Santa Lucia, sotto la bellissima tela del Caravaggio. Eccole per voi.
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Con piacere vi faccio ascoltare un’altro dei brani di Diego Ortiz che lasciano senza parole, il Salve Regina a 4 che abbiamo eseguito, in prima esecuzione moderna, al concerto di Siracusa.
Personalmente ero un po’ titubante nell’affrontare questo pezzo, visto lo splendore dell’omonimo brano a 5 voci, temevo il confronto. Invece anche questo mottetto è di una bellezza ultraterrena. A dire il vero, anche qui, le voci necessarie sono 5, perché nel versetto Eya Mater si vede comparire, all’improvviso una seconda parte di Superius (un’altra voce acuta oltre alla prima). Per questo, sebbene il brano sia presentato dal compositore come un brano a 4 voci, per eseguirlo bisogna essere necessariamente in 5 anche se mai le 5 voci cantano insieme. Abbiamo fatto spuntare il secondo Superius, cantato da Roberta Giua, dal fondo della chiesa e manco a farlo apposta, tutte le teste si sono girate indietro a cercarla. Sempre di più mi convinco che, dopo il primo disco dedicato alle musiche di Ortiz in uscita a dicembre, bisognerà rimboccarsi le maniche e mettere in cantiere l’incisione di un secondo disco. Non farlo sarebbe un peccato, noi siamo tutti d’accordo.
Il microfono, purtroppo è posizionato nella parte anteriore della Chiesa e la voce di Roberta, rimane necessariamente sullo sfondo.
cantano Roberta Giua, Paolo Costa, Fabio Furnari, Marco Scavazza, Walter Testolin
Saluti e buon ascolto marco
ps La rivista FMR mi ha commissionato un racconto su Diego Ortiz che sarà pubblicato nel numero di dicembre, si chiamerà AD VESPERAS, lo scriverò su queste pagine, giorno per giorno.
Salve Regina a 4 di Diego Ortiz
Scaricate il file facendo clic qui o ascoltatelo utilizzando il player.
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Giungono in redazione le foto dei concerti che abbiamo tenuto a Siracusa. Sono belle, sono suggestive. Sono qui.
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Siracusa è una città affascinante, bella la gente, simpatici i ristoratori, bello il pubblico con cui abbiamo avuto a che fare, belle le location che ci è stato concesso di utilizzare per l’anno zero della nostra nuova iniziativa, che si è conclusa con successo. L’unico rammarico è il non essere riusciti a diffondere in diretta, come ci eravano ripromessi, il concerto di sabato sera dalla Chiesa di Santa Lucia, e poi per una sciocchezza: un cavo. Non siamo riusciti a trovare 15 metri di cavo, un cavo banale che troviamo in tutti i negozi che trattano materiale per computer, un banalissimo cavo di rete. Il simpaticissimo parroco di Santa Lucia, Padre Salvatore, è un frate tecnologico, una buona connessione ad Internet adsl, computer nuovi, l’unica cosa è che l’attacco alla rete, necessario per collegarci ad un sito americano che avrebbe mandato il nostro concerto in giro per il mondo, era troppo distante dalla chiesa. Ci voleva un cavo di rete per estendere il collegamento, 20 metri sarebbero stati ottimali, 15 sufficienti. Abbiamo lasciato questa incombenza per il sabato pomeriggio, una volta terminate tutte le prove ma su questo siamo caduti, perché di sabato pomeriggio, a Siracusa, i negozi di computer sono chiusi, tutti. Risultato: niente cavo = niente diretta. Di questo ci scusiamo con tutte le persone (un centinaio) che puntualmente hanno aceso il computer alle 21 di quel sabato sera, miglioreremo le prossime volte. Il concerto di Siracusa ha avuto una particolarità non da poco, si è svolto sotto un bel quadro del Caravaggio. A Melilli, per il concerto di mezzanotte, eravamo rassegnati a fare un bel flop, poiché fino a cinque minuti prima dell’inizio del concerto eravamo in sei. Poi, con un tempismo incredibile, lo spazio si è riempito di pubblico, era soprattutto la curiosità a portarli da noi, molto giovani, alcuni credevano avessimo organizzato una festa da ballo, altri erano venuti per Dhafer che, malgrado infastidito dai rumori anche minimi amplificati dall’incredibile acustica della cava, ci ha regalato un gran bel concerto. Il concerto si è chiuso con l’esecuzione del Regina Coeli di Diego Ortiz, che abbiamo eseguito da una grotta alle spalle del pubblico, che è stato tentato di alzarsi per andare a cercare l’ogigine di quel suono che “sembrava un disco”. Ad Augusta, onorati della visita all’inizio del concerto del Presidente della Provincia Marziano che ha colto tutti di sorpresa, abbiamo fronteggiato un pubblico curioso e numeroso.
Lasciamo scaricare alcuni momenti dei concerti in podcast con files mp3.
Dal concerto di Siracusa, realizzato con la tecnica del Cantar Lontano, il brano Alma Redemptoris Mater di Diego Ortiz
Scaricate il file facendo clic qui o ascoltatelo utilizzando il player.
Dal concerto di Dhafer Youssef alcuni momenti del concerto, che si è svolto nella bellissima Cava della Pirrera.
Scaricate il primo file facendo clic qui o ascoltatelo utilizzando il player.
Scaricate il secondo file con il Regina Coeli di Ortiz al termine del concerto facendo clic qui o ascoltatelo utilizzando il player.
Dal concerto di Andrea Damiani, tenuto nella piccola chiesa delle Anime Sante di Augusta scaricate i brani di Alberto da Mantova, presentati dallo stesso artista facendo clic qui o ascoltatelo utilizzando il player.
I commenti del pubblico: Siracusa:
Profonde emozioni e vibrazioni, Antonia.
Abbiamo ascoltato un raffinato concerto, Giuseppe.
Con tanto entusiasmo, Lucia.
Molto Commosso, Antonio.
Semplicemente unico e straordinario, Rossella.
Melilli:
Con tutto l’amore per quello che è arte, Cabeci climbing, Caltavutoro.
Fra il 16 e il 17 settembre un’emozione continua, Maria Pia.
Una sensazione di benessere e serenità, Grazie. (senza firma)
Augusta:
E’ stato bellissimo, grazie Bruno.
Mi sono sentita cullata dalle note, Mariella.
Dopo il Caravaggio e la Pirrera anche Augusta è stata magnifica. Speriamo che dopo l’anno zero ci sia il primo! Grazie Salvatore Pelliccia.
Ieri a Melilli oggi ad Augusta, mia città ho il pieno di musica e calma e ho fatto il bis.
Il piacere di condividere con amici musici un momento magico. Rosamaria.
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Il giorno sabato 23 settembre, alle ore 17,30, saremo a Verona in concerto con le Leçons de Ténèbres à une et à deux voix di François. Couperin (1668-1733). Il concerto si terrà all’interno della bellissima Galleria d’arte moderna di Palazzo Forti in vicolo Volto due Mori, 4. Il concerto fa parte della rassegna Musicarte, promosso dall’assessorato alla cultura del Comune di Verona. Vi aspettiamo.
Cinque lamenti. Ciascuno dipinge, con immagini impressionanti, un dramma nazionale e l’angoscia di un popolo umiliato. La caduta di Gerusalemme, sotto l’assalto di Nabucodonosor, fu il giorno più cupo di tutta la storia biblica. La popolazione è departata, la città rasa al suolo, il tempio distrutto. Gerusalemme non è più che un cumulo di rovine, dove alcuni credenti sopravvivono come ombre. Nello smarrimento presente, un ricordo sussiste, uno solo: Il Signore c’è sempre la sua potenza resta intatta, malgrado i torti del suo popolo. Questi carmi dolemti hanno consolato e riconfortato molti afflitti. Al profeta Geremia dobbiamo il testo che la Chiesa usava nella liturgia degli ultimi tre giorni della Settimana Santa, per celebrare la passione di Cristo, che porta la speranza nel mondo. Su questi testi nascono nel1714 le « Leçons de Ténèbres » composte da François. Couperin, compositore alla corte francese di Luigi XIV°. Venivano cantate il Mercoledì, Giovedì e Venerdì Santo.
Durante questi Riti delle Tenebre, si spegnevano una ad una le candele di un candelabro, fino all’oscurità più profonda, simbolo dell’ignoranza del mondo.
Luce / Tenebre «Leçons de Ténèbres à une et à deux voix» di François Couperin
Emanuela Galli - soprano Roberta Mameli - soprano Vittorio Ghielmi - viola da gamba Marco Mencoboni - clavicembalo
Programma:
-Première leçon de ténèbre pour le Mercredi Saint à une voix
Incipit Lamentio, Aleph, Beth, Ghimel, Daleth, He, Jerusalem
-Deuxième leçon de ténèbre pour le Mercredi Saint à une voix
Vau, Zain, Heth, Teth, Jerusalem
-Troisième leçon de ténèbre pour le Mercredi Saint à deux voix
Yod, Caph, Lamed, Mem, Nun, Jerusalem
François Couperin naque a Parigi nel 1688, figlio di Charles Couperin (1638-79), organista di Saint Gervais a Parigi. E’ l’elemento di spicco di una grande famiglia di musicisti francesi. La prematura scomparsa del padre rese il musicista Lalande organista della chiesa ma François, dotato di un notevole genio musicale, si mise in competizione con Lalande già dall’età di dieci anni e al compimento dei suoi 18 anni ereditò ufficialmente la posizione del padre. Fu lo stesso Lalande, divenuto comunque suo insegnante, a giudicare le sue innovative composizioni d’organo “degne di essere date al pubblico” e contribuì senza dubbio ad introdurre il giovane musicista a corte nel 1693. Nel 1700 e fino al 1717 Couperin ricoprì la carica di cembalista di corte a Versailles.
Fortemente interessato allo stile italiano, venne influenzato dalla musica di Carissimi e da quella di Charpentier che “distillava” in Francia le caratteristiche più importanti dello stile italiano. Da questo mondo musicale Couperin ereditò un gusto sopraffino che influenzò soprattutto la sua musica sacra ed in particolare i suoi mottetti, versetti e le leçons de ténèbres, considerate uno dei suoi più grandi capolavori.
Nelle sue pubblicazioni dei primi anni ‘20, generò una grande varietà di maniere nelle quali gli stili italiano e francese potevano unirsi. Nel 1722 i Concerts royaux vennero pubblicati in appendice al suo terzo libro di ordres per clavicembalo. Due anni dopo pubblicò la geniale Apothéose de Corelli con una seconda collezione di concerti chiamata Les goûts-réünis, nella quale gli elementi francesi e italiani vengono sapientemente miscelati fino a costituire uno stile nuovo e completamente innovativo. Il Concert instrumental à la mémoire de Monsieur de Lully (1725) è un’allegoria di questa sintesi: Lully e Corelli sono ricevuti da Apollo sul monte Parnaso dove insieme realizzano la ‘La paix du Parnasse’ sotto forma di una sonata in trio. Una contrapposizione più diretta dello stile classico italiano e francese si concretizza in Les nations (1726) . Couperin morì a Parigi nel 1733.
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Sabato 16 settembre alle ore 21.00 dalla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro di Siracusa, diretta mondiale in streaming per la prima esecuzione in epoca moderna della Compieta di Diego Ortiz. Per seguire l’evento è sufficiente fare clic qui
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Il Cantar Lontano si sposta in Sicilia. Domani 13 settembre alle ore 11.00 presso la sede della Provincia di Siracusa, conferenza stampa del Maestro Marco Mencoboni in diretta streaming mondiale. Fate clic qui per seguire la conferenza a partire da domani ore 10.00 circa.
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Provincia Regionale di Siracusa/ Comune di Melilli/ Comune di Augusta
Tra il tramonto e l’alba
voci/spazio/suggestioni di luoghi armoniosi
anno zero
Informazioni Tra il tramonto e l’alba festival
Provincia Regionale di Siracusa - tel +39 0931.709111
La Provincia Regionale di Siracusa insieme al Comune di Melilli e al Comune di Augusta ha pensato e voluto quest’iniziativa per valorizzare in una forma nuova elementi d’interesse storico, architettonico o paesaggistico offerti dal territorio. Il cantar lontano è infatti una tecnica di esecuzione della musica vocale e strumentale del Rinascimento che assolve perfettamente a questo compito. Voci e luoghi diventeranno protagonisti di un evento voluto per esaltare al massimo le potenzialità sonore degli spazi che ospiteranno i concerti.
Tra il tramonto e l’alba è il nome che abbiamo scelto per questa nuova iniziativa che ci permetterà di vivere, scoprire o riscoprire sotto una luce nuova luoghi a noi familiari. Potrà allo stesso tempo costituire un ulteriore motivo d’interesse nei confronti del nostro territorio da parte di un pubblico proveniente anche da un contesto extra siracusano.
Bruno Marziano Presidente Provincia Regionale di Siracusa
Giuseppe Sorbello Sindaco del Comune di Melilli
Massimo Carruba Sindaco del Comune di Augusta
La nascita di un nuovo festival dedicato alla bellezza della musica è un momento carico di significati, almeno per chi alla musica e alla sua divulgazione ha dedicato gran parte delle energie vitali. La musica è capace di arrivare a tutti, a prescindere da stato sociale, nazionalità, religione, sesso. È linguaggio universale, più forte di qualsiasi esperanto che l’uomo possa nel tempo definire, ma è sopratutto il bene. L’esecuzione di un brano o di un intero programma in tanti è poi miracolo nel miracolo, specialmente nelle esecuzioni del cantar lontano, una mirabile forma di espressione ove i musicisti dialogano cantando a distanze a volte proibitive. Per riuscire bisogna sentirsi senza mai ascoltarsi, comunicare affidandosi quasi esclusivamente al silenzio interiore che è alla base delle più antiche pratiche meditative, ritornare all’essenza, alla pura spiritualità. Tra il tramonto e l’alba nasce come una scommessa per futuro, significa per noi creare momenti che possano rimanere dentro a lungo, per riscaldare nei momenti freddi dell’esistenza o solo nel freddo del prossimo inverno in attesa dell’estate che verrà e ritrovarci ancora qui a far musica insieme.
Marco Mencoboni direttore artistico
sabato 16 settembre
Ore 21.00 Siracusa Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro
Ad completorium Preghiere ed illusioni nell’Italia spagnola del Cinquecento.
musiche di Diego Ortiz prima esecuzione moderna
Complesso Cantar Lontano/ Marco Mencoboni direzione
Nella Liturgia delle ore la Compieta è l’ultimo momento di preghiera della
giornata, è l’ora che viene dopo i Vespri. È così chiamata perché compie le
ore canoniche e si recita prima del riposo notturno. Le note ritrovate di Diego
Or tiz, maestro della cappella reale del Viceré di Spagna nella Napoli
spagnola, risuonano a Siracusa per la prima volta in epoca moderna,
realizzate con la suggestiva tecnica del cantar lontano.
scarica il programma
sabato 16 settembre
Ore 24.00 Melilli Cave della Pirrera
La mia rosa preferita s’appassisce prima che la si tocchi o respiri
musiche della tradizione Sufi
Dhafer Youssef canto e oud
Un viaggio alla ricerca della purezza percorrendo il sentiero della saggezza Sufi del vicino oriente ci propongono la voce e il leggendario oud di Dhafer
Youssef. Dalle cavità della terra, già testimoni di lavoro e sofferenza si
slancia un urlo puro e penetrante che conduce all’estasi attraverso la
musica. Al suono perfetto ed avvolgente delle Cave della Pirrera affidiamo il compito di realizzare questo miracolo.
domenica 17 settembre
Ore 20.00 Augusta Castello Normanno
L’heure bleue
musiche da un libro a forma di cuore
Andrea Damiani liuto rinascimentale
L’heure bleue è quella zona magica intermedia tra la notte e il giorno in cui il
silenzio regna assoluto. Era frequente anticamente che principi e
principesse facessero suonare dei musicisti nel cuore della notte per
vegliare sui loro sonni e favorire un buon risveglio. Per la dolcezza della sua
voce il liuto era uno degli strumenti a cui questo compito era maggiormente
affidato.
Tra il tramonto e l’alba è un progetto di E lucevan le stelle soc. coop.
Coordinamento artistico Nicola Facciotto
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Terminata la pausa estiva è giunto il momento di raccontarvi quello che stiamo preparando. Il prossimo 19 ottobre il Cantar lontano si sposta a Milano, nella bellissima chiesa di San Lorenzo alle Colonne, per un concerto
programmato dagli amici dell’avellana. Questo appuntamento, divenuto
ormai consuetudine e attesissimo dal pubblico milanese, ha come fine la promozione delle attività del Collegium Fontis Avellanae. In programma musiche di importanti autori milanesi come Franchino Gaffurio, Vincenzo Ruffo, Marcantonio Ingegneri, Claudio Monteverdi, Ignazio Donati. Stiamo lavorando per rendere possibile una trasmissione in diretta via web ma… non lo dite ancora a nessuno.
Nell’attesa vi proponiamo i video che abbiamo realizzato in occasione del concerto tenuto lo scorso anno. Era il 19 ottobre 2005. A Milano prendeva vita quello che con ogni probabilità è stato il primo concerto di musica classica a essere diffuso in podcasting. Sempre primi, al Cantar Lontano.
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Andiamo in ferie. Gli aggiornamenti riprenderanno lunedì 28 agosto. Buone vacanze a tutti voi che ci avete seguito, sostenuto, gratificato.
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Conclusosi il Festival Cantar Lontano 2006, il direttore artistico Marco Mencoboni incontra Giovanna Piccioni, autrice di Da Capo al Fine, e traccia un simpatico resoconto dell’edizione. Tra i grilli e le cicale.
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Sono molti gli affezionati del Cantar Lontano che hanno seguito passo passo i nostri concerti, da quello di giovedì 22 ad Avacelli di Arcevia a quello di ieri alle Grotte di Frasassi. Chilometri e chilometri di strada attraverso il dolce territorio marchigiano pregno di arte, cultura, suggestione e laboriosità contadina. A tutti questi va il nostro più profondo ringraziamento. Insieme abbiamo trascorso sere piene di calore umano e di vibrazione. Insieme abbiamo messo piede in luoghi nuovi e poco conosciuti, assaporando il gusto della scoperta, il gusto che provi quando sai di ritrovarti in luoghi pieni di fascino e, per questo, spesso inaccessibili e nascosti. Insieme abbiamo sognato, cullati dalle antiche sonorità del Cantar Lontano. Insieme siamo cresciuti e siamo divenuti migliori. Insieme siete tutti nel nostro cuore.
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E’ di Lucio Musto. E’ del 22 giugno. E’ di 557 parole.
Sant’Ansovino
Stasera, notte magica.
L’ambiente fisico è quanto di più suggestivo si possa immaginare, la memoria storica animata da innumerevoli presenze che hanno lasciato tracce infinitesime, invisibili di per sé eppure partecipi dello spirito del luogo incantato. Centomila preghiere elevate con fede nel silenzio dell’eremo, tante lacrime umane versate nel pudore di intimi dolori appassionatamente offerti in espiazione o per conforto ad un dio invisibile eppure necessario. Muto, eppure confortevole.
E’ una microscopica chiesetta, “Santuario di Sant’Ansovino in Avacelli d’Arcevia” nascosta nel più fitto del bosco sovrastante Serra S. Quirico, in fondo ad un’appena tracciato sentiero che è quasi azzardo percorrere in auto. Un tempietto romanico dall’aspetto solido di pochi metri quadrati segnato con la croce del Tempio ed una canonica (o forse un umile monastero?) quasi in rovina ma ancora aggrappato, per fede diresti più che per sostegno statico, al luogo santo.
Del X secolo, ci dicono, ma sembra più vecchio, un luogo senza tempo, antico ed immutabile come la preghiera dell’uomo.
Ci si fa musica stasera, musica particolare, e comunione d’anime. Come pellegrini di un tempo, e nella stessa logica direi, una quarantina di sconosciuti che si radunano nel luogo disagevole e seducente, intorno ad un dio bizzarro, ignoto e concreto, per soddisfare il personale desiderio di introspezione ed insieme unità con altre anime assetate della stessa misteriosa sete.
L’ispirazione del Cenobio, appunto, che in abiti attuali e mezzi meccanici potenti, è tuttavia ancora radicato e possente e ci spinge qui, nel bosco, a cercare di sfiorare nella musica un lembo della veste di Dio.
A suonare è un bel ragazzo di forse trent’anni, dall’accento vagamente straniero e gli occhi perduti nelle sue inusuali armonie. Le note che esegue su una viola da gamba del ‘600 di tonalità bassa sono quelle più consone e normali in un ambiente siffatto. Frescobaldi, Tobia Hume il “Capitain”, Ganassi… e Jenkins sonato invece, quest’ultimo, su uno sconosciuto e rarissimo strumento, il più acuto della famiglia delle viole. Liquide sequenze cinquecentesche, balzane alle orecchie e pure gradevoli al cuore, familiari come reminiscenze antiche di lontanissime passioni dei padri in qualche modo trasmesse nel sangue e nel brivido di emozioni segrete.
Intorno, nella piccola sala, accosciati su artistici tappeti tessuti chissà quando da chissà quale animo sensibile noi quaranta, meditiamo in silenzio, ognuno preso nell’intimo colloquio con il “tu” di se stesso, consapevole, difeso, protetto e rasserenato dalla presenza silenziosa di tutti gli altri.
L’ancestrale sicurezza del branco è palpabile in questa tana artificiale di pietre bianche e mattoni rossi appena rischiarata da una ventina di fiammelle.
Fra noi, con noi, eppure perdutamente preso dai suoi accordi, il giovane violista carezza il suo strumento, lo sfiora con languidi accenti, gli parla con sospiri brevi, a tratti ansimanti, a tratti pacati e molli. E lui, lo strumento, (o è forse una “lei”?) risponde al suo maestro con note vibranti che anche i nostri cuori (ma non so se le udiamo davvero), percepiscono perfettamente.
Lui va per la sua strada, con le sue note, col suo dire fra sé, e noi lo seguiamo volentieri, in carovana di serena letizia, a realizzare quell’Arte, che nata nel pensiero di uno, tanti secoli fa, ancora si manifesta e realizza. Nel bello che gira, nell’amore che si condivide.
Poi la musica tace e l’incanto svanisce. O no? ci sembra, stasera, di essere un pochino più buoni.
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E’ l’ultima sera. La sera più suggestiva, la sera della Grande Grotta del Vento. Ci caleremo nel cuore della montagna, laddove l’acqua, col suo dolce scorrere e col suo millenario gocciolìo ha saputo farsi strada, disegnando profili e scenari inimmaginabili. Scenari e profili che stasera, dalle ore 21, accoglieranno i cantori del Complesso De Labyrintho. Dislocati a decine di metri di distanza gli uni dagli altri, mescoleranno le loro voci al rumore leggero della pioggia e andranno a colmare gli immensi spazi della grotta per regalarci emozioni nuove. Per il Festival Cantar lontano non sarà la prima volta, quella di stasera. Là dentro ci siamo già stati, là sotto abbiamo già fatto musica e ne abbiamo tratto un video.
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