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Il baritono Mauro Borgioni è l’ospite della nuova puntata di Le Nostre Stelle. Ascoltatelo parlare di sé, della sua attività artistica, del suo incontro col Cantar Lontano del suo ruolo all’interno del’ensemble e mentre interpreta la canzonetta a voce e strumenti Amorosa Lontananza di Biagio Marini (1594-1663).
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Prende il via Le Nostre Stelle, incontro periodico con gli artisti del Cantar Lontano. Il primo incontro e con il tenore Fabio Fùrnari. Ascoltatelo in podcasting mentre racconta la sua esperienza artistica, il suo rapporto col Cantar Lontano e mentre interpreta la cantata di Giacomo Carissimi Quasi Aquila. Sottoscrivete il feed oppure utilizzate il player. Dati del file: 18 Mb - 19′44″ - 128 Kb/sec stereo.
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E’ la terza volta, nell’arco di due anni, che la rivista Amadeus premia un CD E lucevan le stelle come il più bel disco del mese. E’ toccato, nel numero di ottobre, a Languir me fault. In precedenza erano stati premiati il disco Liquide Perle e il volume Circumdederunt me. Leggete qui la critica in formato pdf. Noi del Cantar Lontano ne siamo fieri e orgogliosi. Anche perché il progetto Languir me fault è nato a Cantar Lontano 2005, in tanti ricorderanno lo splendido concerto all’Abbazia di Sant’ Elena di Serra San Quirico alla mezzanotte del 25 giugno del 2005; una chiesa gremita ad applaudire Emanuela, Franco e Gabriele. E’ anche di questi giorni la firma del contratto per la cessione alla 50N srl di Roma dei diritti per l’utilizzo cinematografico di un brano di Languir me fault, la bella Fantasia di Marco dall’Aquila suonata da Gabriele Palomba. Il brano lo potrete ascoltare in chiusura del film Le ferie di Licu, a breve sugli schermi e girato da Vittorio Moroni. Lo regaliamo a tutti i nostri sostenitori e amici che non lo avessero ancora ascoltato. Lo potete scaricare in mp3 facendo clic qui. Il disco Languir me fault è reperibile attraverso il nostro distributore Sound and Music. La sensibilità dei critici di Amadeus sembra aver colto in pieno l’idea che ha mosso i tre artisti Galli, Palomba e Pavan alla realizzazione del cd, prodotto e diretto dalla prima all’ultima nota da Marco Mencoboni, guardate cose ci hanno detto gli interpreti durante la registrazione avvenuta nel minuscolo paesino svizzero di Bondo.
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A Vittorio hanno chiesto diversi bis. Se lo immaginava. Prima dell’ultimo, mentre accordava lo strumento, sguardo assorto, ha detto: “Concludiamo con…” E giù, tutti a ridere. A ridere perché Vittorio non aveva alcuna via di fuga. Il pubblico seduto sui tappeti gli impediva l’uscita e lui sapeva bene che, se glielo avessimo chiesto, avrebbe dovuto suonare ancora. “Non posso neanche fuggire”, ha dichiarato tra il serio e li faceto. “Marin Marais, il grande assente del programma”. E ci ha proposto un’intensa esecuzione della Sarabande l’Espagnole. Ascoltatelo facendo clic qui o utilizzando il lettore multimediale.
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Un po’ di storia.
Il Complesso di Musica Cantar Lontano eredita il lavoro di quasi 10 anni compiuto dal complesso Sacro & Profano. Grazie a questo gruppo di professioniti, guidati dallo stimolante lavoro di ricerca di Marco Mencoboni, si comincia oggi a conoscere un repertorio fino a pochi anni fa del tutto inesplorato. E’ composto da cantanti e strumentisti che hanno voluto affrontare musiche e prassi in prima esecuzione moderna, contribuendo a mettere a fuoco un profilo importante della nostra passata cultura musicale. Di prima importanza il lavoro fatto sulla prassi della diminuzione vocale nella musica del primo seicento che vede la sua pratica realizzazione nelle interpretazioni dei madrigali di Barbarino e nei mottetti di Pietro Pace. A questi musicisti dobbiamo lo studio e della prassi vocale del “Cantar lontano”, che per la particolarità della sua messa in opera, richiede doti non comuni.
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Da bambino le mie mani erano già grandi e si muovevano velocemente sulla tastiera. All’esame di ammissione in conservatorio mi offrirono solo la possibilità ad entrare nella classe di organo, io volevo diventare pianista. La bellezza della musica antica entrò nella mia vita a 14 anni. Ascoltavo il concerto di un vecchio signore, Ralph Kirkpatrick. Durante il concerto un temporale provocò un black out. Lui era già completamente cieco, non si accorse del buio e continuò a suonare. Da quella forte emozione iniziai ad ascoltare e conoscere, grazie al mio insegnante di allora, i più grandi organisti: Luigi Ferdinando Tagliavini, Michel Chapuis, Ton Koopman, Gustav Leonhardt, Michael Radulescu e tanti altri. Di alcuni di questi diventai poi allievo. Con Ton Koopman ho conosciuto l’entusiasmo, dai miei straordinari compagni di classe ho imparato ad imparare. Da Gustav Leonhardt ho appreso la disciplina ed il rispetto per la musica, ad ascoltare in silenzio il miracolo inimitabile della sua arte. Mi ritrovavo spesso a suonare male volontariamente, per costringerlo a sedersi al mio posto e poterlo ascoltare. Con Jesper Chirstensen ho scoperto quanto fosse emozionante fare musica in tanti, ho imparato che dietro alle note, esiste un mondo di scienza dalla quale non si può prescindere. Dei tanti concerti che ho tenuto ricordo sempre il primo: senza dubbio il migliore. Creare un gruppo di musicisti è stata un’esigenza naturale; mi affascinava l’ignoto e quando uscivo da una biblioteca dopo aver sfogliato antiche partiture, sentivo l’irresistibile bisogno di trasformarle in suono. Ho inseguito musicisti del passato che nessuno conosceva e continuo a farlo, restituire le loro opere e favoleggiare intorno al loro mondo è fonte di energia. Scelgo i musicisti con cui lavorare in base alle affinità che mi trasmettono. Quando si cominciò a sapere che avevo casualmente ritrovato un modo antico di cantare e che chiedevo ai miei colleghi cantanti di mettersi a decine di metri di distanza tra di loro, ricevetti un invito. Una importante casa discografica era curiosa di sapere cosa diavolo avessi scoperto. Andai e raccontai i dettagli del mio ritrovamento e come si metteva in pratica la prassi del “Cantar lontano”. Spiegai anche, che necessariamente il tempo delle esecuzioni sarebbe stato molto lento. Risero. Avevo anche parlato della sensazione che prova il pubblico quando è trasportato in una dimensione d’ascolto nuova. Come se la lentezza del tempo potesse influenzare il battito del cuore, creando uno stato d’animo di corale intimità. Risero ancora: “Abbiamo bisogno di prodotti che vendano migliaia di copie e di tenere sveglie le persone, non addormentarle!”. Da qui partì la sfida di creare un mio gruppo e di fondare un’etichetta discografica per far conoscere la bellezza di quel mondo di musica sommerso di cui io ancora, conosco solo la punta dell’Iceberg. Il complesso Sacro & Profano ed E lucevan le stelle Records sono nati così.”
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L’ensemble La Reverdie, di scena la sera di domenica 25 giugno a Serra San Quirico.
Ispirandosi alle reverdie – liriche romanze che celebrano il ritorno della primavera – l’ensemble laReverdie è stato fondato nel 1986 da due coppie di sorelle, cantanti e strumentiste, per esplorare il repertorio musicale europeo dall’alto medioevo alla fine del XIV secolo. Il puntuale, appassionato studio filologico col quale laReverdie allestisce i suoi programmi - da sempre focalizzati su temi d’intensa valenza culturale e simbolica - non rappresenta che uno degli strumenti mediante i quali l’ensemble infonde il massimo della vitalità, dell’intensità e della naturalezza in ciò che propone al pubblico. Una particolare attenzione è rivolta all’ampio ed in gran parte inesplorato dominio del “teatro sacro”: drammi liturgici e liturgia drammatica, rappresentazioni collettive, manifestazioni evocative della religiosità di un’epoca i cui echi non si sono ancora spenti. L’aspirazione non è quella di catalogare meticolosamente dei reperti archeologici, bensì di ricostruirli con affettuosa fedeltà, musicale testuale e ideologica, affinché chi ne fruisce possa percepirli in quanto frammenti pulsanti d’una cultura trascorsa ma non perduta. Dal 1991, per l’allestimento di programmi con organici allargati, laReverdie si avvale della collaborazione di vari musicisti, fra cui stabilmente Doron David Sherwin, uno dei più celebri specialisti di cornetto, rivelatosi peraltro versatile percussionista e cantante.
Durante il secolo XV e la prima metà del XVI si affermò in tutta Europa la scuola polifonica franco-fiamminga, i cui rappresentanti si stabilirono in gran numero sul suolo italiano. I mecenati della penisola facevano infatti a gara nel procacciarsi i migliori cantori disponibili sulla piazza internazionale: avere alle proprie dipendenze una ben organizzata cappella musicale conferiva lustro e prestigio al signore, al punto che lo seguiva anche in occasione di viaggi di rappresentanza.
Caso esemplare di questo “viaggio in Italia” ante litteram è quello del musicista franco-fiamminga Guillaume Dufay (1400 - 1474): fu educato alla musica da bimbo nella cattedrale di Cambrai, in seguito si trasferì in Italia e dal 1420 fu al servizio dei Malatesta a Pesaro e a Rimini; dal 1428 in poi si hanno notizie certe della sua presenza nella Cappella papale a Roma. Il programma proposto guarda alle composizioni di quest’affascinante e carismatico compositore scritte durante il suo continuo spostarsi fra corti e città dell’Italia quattrocentesca.
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Il concerto del 24 giugno alle ore 21.00 presso La Collegiata dell’Addolorata di Corinaldo vedrà impegnati due artisti di assoluto livello: Silvia Perez e Ravid Goldshmidt. Ecco le loro biografie.
Silvia Perez Cruz ha studiato pianoforte e saxofono alla scuola Rita Ferrer di Palafrugell. Si dedica, dall’età di diciotto anni all’improvvisazione, al jazz e al flamenco, sia come cantante che come saxofonista.
Ravid Goldschmidt è nato e cresciuto in un kibbuz in Israele. Suona le percussioni da quando è bambino, il suo stile è molto influenzato dalla musica e dai ritmi brasiliani. Ha deciso di suonare l’hang quando lo ha ascoltato la prima volta, suonato da un collega, durante un Festival in Israele. Ha conosciuto Silvia Perez Cruz durante un viaggio a Barcellona, città in cui si è trasferito dopo un viaggio lungo la strada del Cammino di Santiago de Compostela. L’hang è una sorta di steel drum reintrepretato da due costruttori svizzeri che ne hanno fatto uno strumento insolito e assai raffinato. Nel programma proposto è suonato da Ravid Goldschmidt e trova perfetto pendant nella splendida voce di Silvia Perez Cruz in un viaggio musicale che è miscela di magia e tradizioni, di Africa respirata dalla Spagna, di un approccio personale al fado che si intreccia con echi di jazz.
Il duo è passato alla ribalta delle scene internazionali quando Todd Garfinkle, il produttore di MA Records, ci si è imbattuto tra i muri stretti del Barrio Gotico di Barcellona. Da questo incontro casuale è nato un disco intitolato Llama che comprende gran parte delle musiche che verranno eseguite questa sera.
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Alle ore 24 di venerdì 23 sarà la volta di Hélène Schmitt. Alcuni cenni biografici:
Hélène Schmitt è una musicista francese che suona regolarmente sulle scene di tutta Europa. Il suo repertorio riguarda principalmente le composizioni solistiche per violino del XVII e XVIII secolo: i suoi concerti e le sue incisioni discografiche hanno ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica internazionale. Lavora per l’etichetta Alpha con la quale ha portato a termine sei lavori discografici, fra i quali spicca l’incisione delle celebri Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach.
E’ ospite dei più importanti festival europei di musica antica, fra i quali l’Oude Muziek di Utrecht, l’Innsbrucker Festwochen di Innsbruck, il Festival Bach di Lausanne, il Festival di Pontoise, Les Grandes Journées di Versailles, Il Festival d’Ambronay, il Festival di Bruxelles, Les concerts Parisiens e molti altri ancora.
Dal 2005 è membro della giuria del Festival Musica Antiqua di Bruges.
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Gli artisti di Loreto:
Olivier Marcaud. Ha debuttato come solista negli Stati Uniti nella Cattrdrale di Saint Patrick di New York con il New York’s Ensemble for Early Music. Appassionatosi alla restituzione musicale dei canti epici medievali, ha lavorato all’abbazia di Royaumontsul repertorio occitano antico con Brice Duisit e sulle epopee germaniche con Benjamin Bagby.
E’ membro dell’Ensemble Micrologus, con questo gruppo ha impersonato il ruolo di Robin nel Jeu de Robin et Marion. Nel campo della musica barocca, collabora con gli ensembles Poème Harmonique e Cancionero.
Domitille Vigneron.Ha studiato violino, flauto diritto e composizione musicale al Conservatoire National de Région de Douai ed in seguito al Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris. Dal 1997 si esibisce in Francia e all’estero con l’ensemble Perceval; collabora con il Troubadours Art Ensemble diretto da Gérard Zuchettoed in parallelo porta avanti un’intensa attività di incisione discografica.
Jesu Christi Passiun è uno spettacolo tratto da un magnifico poema scritto mille anni orsono e ritrovato nella regione francese dell’Auvergne, precisamente a Clermont Ferrand, paese di Gerbert d’Aurillac, divenuto papa con il nome di Silvestro intorno all’anno mille.
Il testo di questa Passione restituisce, con un’intensità emozionale fuori dal comune, gli ultimi giorni della vita di Cristo, i dubbi, i miracoli e le profezie del Figlio dell’Uomo fino alla sua agonia e alla sua resurrezione. Il protagonista della Passione è descritto in con colori e movimenti quasi cinematografici: diventano così incredibilmente umani e vicini a noi le folle che lo acclamano al suo ingresso in Gerusalemme, e quelle che urlano richiedendo la sua morte, Pilato, Giuda, i sacerdoti del Sinedrio, i soldati romani, Maria, gli apostoli, i ladroni sulla croce.
Più di mille anni fa un narratore/cantore diede vita a tutti questi personaggi, passando dall’uno all’altro con incredibile abilità tecnica, catturando l’attenzione del pubblico, emozionandolo e finalizzando il racconto ad uno scopo edificante. Oggi, in un’ora di concerto, il duo Olivier Marcaud et Domitille Vigneron, attraverso un dialogo costante fra voce e strumenti, permette di ritrovare l’intensità e l’afflato epico di questa grande tradizione di jongleur.
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Vittorio Ghielmi, nato a Milano, si è distinto sin da giovanissimo per l’intensità della sua interpretazione musicale e per la novità del suo approccio alla viola da gamba. Vincitore del Concorso Internazionale Romanini di Brescia (1995) ha ricevuto nel 1997 The Erwin Bodky Award (Cambridge, Massachussets), riservato al miglior giovane musicista. Ha compiuto i suoi studi sotto la guida di Roberto Gini, Wieland Kuijken, Christophe Coin.
In duo col fratello Lorenzo o con Luca Pianca, ha tenuto recitals nelle più importanti sale d’Europa, in Giappone (Casals Hall) e negli Stati Uniti. Ha collaborato con artisti quali Gustav Leonhardt (in duo), Cecilia Bartoli, Andràs Schiff, Mario Brunello e, come solista invitato e direttore, con importanti orchestre (Wiener Philarmoniker, London Philharmonia, Los Angeles Philharmonic Orchestra, Il Giardino Armonico).
Ha inciso come solista per Decca, Teldec, Virgin, Supraphon, Auvidis, winter&winter , CPO, Harmonia Mundi Iberica etc. ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra le sue incisioni spiccano i concerti per viola da gamba ed orchestra di J.G.Graun, (il n.2 in la minore, con l’Ensemble baroque de Limoges diretta da C.Coin, il n.4 in la maggiore con la Wiener Akademie direttta da M. Haselböck, CPO; il n.3 in La Maggiore con “Il Gardellino”) che ha pure eseguito davanti a 10.000 persone con la Los Angeles Philharmonic Orchestra al Bowl Hall, Hollywood.
Con l’ensemble Il Suonar Parlante, da lui creata, ha collaborato con famosi compositori e jazzisti (Uri Caine, Kenny Wheeler, Markus Stockhausen, Don Byron, Ernst Reijseger). Ha eseguito prime di importanti composizioni contemporanee (Kevin Volans, Teatro Regio di Torino; Nadir Vassena, sala della Filarmonica di Berlino), ha accompagnato cantautori quali Vinicio Capossela (festival Tenco 2003) e lavorato con la famosa artista di circo Annie Fratellini.
Si è occupato di didattica della viola da gamba (metodo Biordi-Ghielmi, ed. Ut-Orpheus, Bologna), di pubblicazione di repertorio inedito (Minkoff) e di trattatistica antica (per Fuzeau ha curato la pubblicazione anastatica di tutti i trattati italiani per viola da gamba).
E’ professore titolare di viola da gamba al conservatorio Luca Marenzio di Brescia; è professore invitato al Conservatorio Superiore della Svizzera Italiana (Lugano), presso l’ Università di Salamanca ed ha tenuto corsi e conferenze in tutta Europa.
(http://www.pianca-ghielmi.com)
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