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E’ cominciato davvero bene questo festival, i primi ad arrivare sono stati due cacciatori di cinghiali, fucili a tracolla, ci hanno messo in guardia “Qui ci sono i cinghiali, attenti, possono spuntare da un momento all’altro”.
La Chiesa si presentava proprio bene, al tramonto, illuminata a candele, i tappeti per terra, era come se dopo secoli avesse ripreso a vivere, bella anzi, splendida.
Vittorio era contento, un suono puro, risonante il giusto “Ma qui non si può incidere un disco?”
“No, non c’è la corrente, non si può!”
Poi sono cominciati ad arrivare e il piccolo spazio davanti la chiesa si è riempito, si sbirciava dentro, le candele, i tappeti, faccie conosciute e faccie mai viste, con lo sguardo curioso, tutti in attesa di qualche cosa di bello.
Abbiamo iniziato una mezzora in ritardo, ben tollerato, perché era forse logico a tutti che si sarebbe dovuto cominciare con la penombra della notte che stava arrivando, e poi l’arco di Vittorio sulla viola bassa, poi sulla piccola viola soprano, una cascata di note, le sue parole dolci e rassicuranti, il silenzio di tutti i presenti, un silenzio quasi assordante perché intorno a quella chiesa isolata non c’è un rumore. Un silenzio che non siamo più abituati a sentire, perché ovunque, quando si ascolta un concerto, c’è un tram, un treno, una campana, l’aria condizionata, un telefono, ovunque tranne lì, in quel momento.
C’erano una cinquantina dei persone dentro la chiesetta, sedute a terra, e altrettante di fuori ad ascoltare la musica avvolte dalle lucciole, che dalle parti di Avacelli, lo abbiamo scoperto stasera, amano la musica.
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Il Resto del Carlino di stamani dedica un bel servizio al Festival Cantar Lontano. Eccolo in formato pdf.
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Si è appena conclusa l’intervista radiofonica che ha visto Marco Mencoboni ospite di RadioTre. Ve la proponiamo prontamente in podcasting. Ascoltatela utilizzando il lettore multimediale o facendo clic qui.
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Sarà con ogni probabilità la città di Ancona, attraverso il Festival Cantar Lontano ad entrare nella storia di Internet per aver realizzato il primo concerto i musica classica in diretta streaming mondiale attraverso la rete. Grazie alla collaborazione di Da Capo al Fine, i tecnici informatici del Festival, che si aprirà giovedì prossimo nella Chiesina Templare di Sant’Ansovino di Arcevia, hanno infatti reso possibile la trasmissione del concerto in programma sabato 24 giugno alle ore 21 nella bella chiesa di San Domenico di Ancona: in programma musiche di Diego Ortiz. Il concerto sarà diretto dal maestro Marco Mencoboni, direttore artistico del Festival.
Sarà sufficiente fare clic qui a partire dalle ore 20.45 di sabato 24 giugno per assistere ed ascoltare il concerto in diretta, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.
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Stiamo allestendo il luogo del primo concerto, la chiesa di Sant’Ansovino di Avacelli, in Arcevia (AN). Sono arrivati alle 15,30 i meravigliosi tappeti preparati per l’occasione da Sergio Perrero, delle vere opera d’arte su cui ci si potrà sedere e sdraiare per ascoltare il concerto di Vittorio Ghielmi. Ecco alcune foto dell’allestimentoi, col Maestro Marco Mencoboni in una veste davvero insolita. Fate clic qui per dare un’occhiata a quello che abbiamo combinato oggi pomeriggio.
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Molti ci chiedono da dove sia nata l’idea del Gioco del Cantar Lontano. Date un occhio alla storia che Marco Mencoboni ci ha appena fatto pervenire:
Questa coppa è tra i pezzi più famosi di Casteldurante, dipinto nei primi anni del ‘500, il periodo d’oro della maiolica durantina. Si trova a Faenza, nel Museo internazionale delle ceramiche, ma proviene dalla donazione Galeazzo Cora. Vi è fedelmente dipinto uno spartito con la prima parte (Altus) di una canzone a quattro voci della Frottola composta prima del 1507, dall’organista modenese Iacopo Fogliano, Con ogni probabilità tale maiolica faceva parte di quattro esemplari comprendente anche le coppe con le altre voci del quartetto: il Cantus, il Tenor e il Bassus.
Il gioco del Cantar Lontano e l’idea di realizzare i quattro sottobicchieri nasce da lì.
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Oggi 21 giugno dalle ore 21.50 in poi sulle frequenze di Radio 3 Rai il Festival Cantar Lontano 2006 sarà presentato in diretta. Marco Mencoboni e Vittorio Ghielmi risponderanno alle domande del conduttore per illustrare le caratteristiche del festival. Il programma si chiama Radio 3 Suite ed è uno dei più importanti programmi che la Rai dedica alla musica classica. Accendete la Radio oppure collegatevi in streaming cliccando clic qui.
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Un po’ di storia.
Il Complesso di Musica Cantar Lontano eredita il lavoro di quasi 10 anni compiuto dal complesso Sacro & Profano. Grazie a questo gruppo di professioniti, guidati dallo stimolante lavoro di ricerca di Marco Mencoboni, si comincia oggi a conoscere un repertorio fino a pochi anni fa del tutto inesplorato. E’ composto da cantanti e strumentisti che hanno voluto affrontare musiche e prassi in prima esecuzione moderna, contribuendo a mettere a fuoco un profilo importante della nostra passata cultura musicale. Di prima importanza il lavoro fatto sulla prassi della diminuzione vocale nella musica del primo seicento che vede la sua pratica realizzazione nelle interpretazioni dei madrigali di Barbarino e nei mottetti di Pietro Pace. A questi musicisti dobbiamo lo studio e della prassi vocale del “Cantar lontano”, che per la particolarità della sua messa in opera, richiede doti non comuni.
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Da bambino le mie mani erano già grandi e si muovevano velocemente sulla tastiera. All’esame di ammissione in conservatorio mi offrirono solo la possibilità ad entrare nella classe di organo, io volevo diventare pianista. La bellezza della musica antica entrò nella mia vita a 14 anni. Ascoltavo il concerto di un vecchio signore, Ralph Kirkpatrick. Durante il concerto un temporale provocò un black out. Lui era già completamente cieco, non si accorse del buio e continuò a suonare. Da quella forte emozione iniziai ad ascoltare e conoscere, grazie al mio insegnante di allora, i più grandi organisti: Luigi Ferdinando Tagliavini, Michel Chapuis, Ton Koopman, Gustav Leonhardt, Michael Radulescu e tanti altri. Di alcuni di questi diventai poi allievo. Con Ton Koopman ho conosciuto l’entusiasmo, dai miei straordinari compagni di classe ho imparato ad imparare. Da Gustav Leonhardt ho appreso la disciplina ed il rispetto per la musica, ad ascoltare in silenzio il miracolo inimitabile della sua arte. Mi ritrovavo spesso a suonare male volontariamente, per costringerlo a sedersi al mio posto e poterlo ascoltare. Con Jesper Chirstensen ho scoperto quanto fosse emozionante fare musica in tanti, ho imparato che dietro alle note, esiste un mondo di scienza dalla quale non si può prescindere. Dei tanti concerti che ho tenuto ricordo sempre il primo: senza dubbio il migliore. Creare un gruppo di musicisti è stata un’esigenza naturale; mi affascinava l’ignoto e quando uscivo da una biblioteca dopo aver sfogliato antiche partiture, sentivo l’irresistibile bisogno di trasformarle in suono. Ho inseguito musicisti del passato che nessuno conosceva e continuo a farlo, restituire le loro opere e favoleggiare intorno al loro mondo è fonte di energia. Scelgo i musicisti con cui lavorare in base alle affinità che mi trasmettono. Quando si cominciò a sapere che avevo casualmente ritrovato un modo antico di cantare e che chiedevo ai miei colleghi cantanti di mettersi a decine di metri di distanza tra di loro, ricevetti un invito. Una importante casa discografica era curiosa di sapere cosa diavolo avessi scoperto. Andai e raccontai i dettagli del mio ritrovamento e come si metteva in pratica la prassi del “Cantar lontano”. Spiegai anche, che necessariamente il tempo delle esecuzioni sarebbe stato molto lento. Risero. Avevo anche parlato della sensazione che prova il pubblico quando è trasportato in una dimensione d’ascolto nuova. Come se la lentezza del tempo potesse influenzare il battito del cuore, creando uno stato d’animo di corale intimità. Risero ancora: “Abbiamo bisogno di prodotti che vendano migliaia di copie e di tenere sveglie le persone, non addormentarle!”. Da qui partì la sfida di creare un mio gruppo e di fondare un’etichetta discografica per far conoscere la bellezza di quel mondo di musica sommerso di cui io ancora, conosco solo la punta dell’Iceberg. Il complesso Sacro & Profano ed E lucevan le stelle Records sono nati così.”
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Überirdisch schön, versunken in eine uralte Welt.
Di una bellezza ultraterrena, sprofondati in un mondo antichissimo.
Gabriele
Abbiamo scelto queste poche parole, scritte da uno sconosciuto ascoltatore dopo uno dei nostri concerti, per tentare di spiegare il senso del nostro lavoro. Ricercare la bellezza ultraterrena, fino a sfiorarla, e far da tramite per aiutare a sentirla. Sentire come senso, che per noi non si limita all’ascolto ma significa vivere appieno l’esperienza della musica che di per se, riesce a volte ad essere pienamente appagante. E lucevan le stelle è dunque creazione di senso intorno alla musica. Nata dal mio desiderio di creare qualche cosa che potesse affrontare la musica dei secoli antichi con un approccio speciale, affrontando per esempio senza pregiudizi, repertori difficili e ricercati. E lucevan le stelle nasce in primo luogo come una casa discografica o meglio, una casa di produzione discografica. L’esordio avviene con un disco di musiche per organo, realizzato con un budget minimale all’organo Callido di Macerata. Da quel primo lavoro, ancora apprezzato come uno dei più belli, ci sembra di aver fatto molta strada. E lucevan le stelle si è occupata di ricerca, di eventi, di realizzare dischi e concerti belli e speciali. Tra i festival realizzati ricordiamo nel 1998 quello che chiamammo Castelli in Aria, per ridare vita a dei piccoli borghi disabitati dell’alto Abruzzo. Ricordiamo Organo in Concerto, concerti che hanno mantenuto per anni attivo lo splendido organo della Collegiata di Civitanova Marche alta (CD EL 002301), ricordiamo Cantar Lontano Festival, una realtà di spettacolo di cui andiamo estremamente fieri. E lucevan le stelle è approdata nel 2001 alla forma giuridica di cooperativa e rappresenta uno dei più speciali esempi italiani di fabbrica della musica, negli ultimi dieci anni ha distribuito nel mondo più di 20.000 compac-disc che fanno risuonare musica dimenticata. Grazie alla collaborazione della Dolcini Associati che cura la nostra immagine grafica e della Ramberti Arti Grafiche che supporta la stampa dei nostri prodotti i progetti di E lucevan le stelle si riconoscono per un look inconfondibile, più volte ci siamo sentiti dire e speriamo di sentircelo dire ancora. E lucevan le stelle si sta ora occupando anche di opera, con il progetto denominato opera minima. Prefiggendosi l’ambizioso obiettivo di divulgare questa genere di spettacolo in forma minima, e quindi facilmente realizzabile.
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Lunedì 26 giugno. E’ l’ultima sera, per alcuni la più suggestiva, la più magica. Nel cuore della montagna, accompagnate dalla pioggia dolce e continua che scende dalle stalattiti, le note e le voci del Complesso De Labyrintho colmeranno gli immensi spazi della Grande Grotta del Vento per regalarci emozioni indimenticabili.
Su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.00
Ufficio Cultura della Provincia di Ancona, t +39 071 5894289
Genga ore 21.00/ Grotte di Frassassi, Grotta grande del vento
per la mostra su Gentile da Fabriano
Prophetiæ Sibyllarum
musiche di Orlando di Lasso
Complesso De Labyrintho/ Walter Testolin direttore
Produzione del Cantar Lontano Festival
PROGRAMMA
Hildegard von Bingen (1098 - 1179)
O frondens virga
Sibilla Cristiana/ Vedo (Cerno)
Orlando di Lasso (1532 - 1594)
Prophetiæ Sibyllarum
Prologo/ Carmina Chromatico
Sibylla Persica/ Virgine matre satus
Sibylla Libyca/ Ecce dies venient
Sibylla Delphica/ Non tarde veniet
Sibylla Cimmeria/ In teneris annis
Hildegard von Bingen
O quam magnum miraculus est
Sibilla Greca/ Odoro (Oisphràinomai)
Orlando di Lasso
Sibylla Samia/ Ecce dies, nigras
Sibylla Cumana/ Iam mea certa manent
Sibylla Hellespontica/ Dum meditor
Sibylla Phrygia/ Ipsa Deum vidi summum
Hildegard von Bingen
O splendidissima gemma
Sibilla Ermetica/ Sento
Orlando di Lasso
Sibylla Europæa/ Virginis æternum
Sibylla Tiburtina/ Verax ipse Deus
Sibylla Erythræa/ Cerno Dei natum
Sibylla Agrippa/ Summus erit sub carne satus
Sibilla Gnostica/ Conosco
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 - 1594)
Surge, illuminare Jerusalem
Complesso De Labyrintho
Nadia Caristi soprano/ Laura Fabris soprano/ Bronislawa Falinska alti/
Paolo Costa alti/ Luciano Bonci tenore/ Fabio Furnari tenore/
Marco Scavazza basso/ Walter Testolin direzione/ Sara Magon sibilla
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L’ensemble La Reverdie, di scena la sera di domenica 25 giugno a Serra San Quirico.
Ispirandosi alle reverdie – liriche romanze che celebrano il ritorno della primavera – l’ensemble laReverdie è stato fondato nel 1986 da due coppie di sorelle, cantanti e strumentiste, per esplorare il repertorio musicale europeo dall’alto medioevo alla fine del XIV secolo. Il puntuale, appassionato studio filologico col quale laReverdie allestisce i suoi programmi - da sempre focalizzati su temi d’intensa valenza culturale e simbolica - non rappresenta che uno degli strumenti mediante i quali l’ensemble infonde il massimo della vitalità, dell’intensità e della naturalezza in ciò che propone al pubblico. Una particolare attenzione è rivolta all’ampio ed in gran parte inesplorato dominio del “teatro sacro”: drammi liturgici e liturgia drammatica, rappresentazioni collettive, manifestazioni evocative della religiosità di un’epoca i cui echi non si sono ancora spenti. L’aspirazione non è quella di catalogare meticolosamente dei reperti archeologici, bensì di ricostruirli con affettuosa fedeltà, musicale testuale e ideologica, affinché chi ne fruisce possa percepirli in quanto frammenti pulsanti d’una cultura trascorsa ma non perduta. Dal 1991, per l’allestimento di programmi con organici allargati, laReverdie si avvale della collaborazione di vari musicisti, fra cui stabilmente Doron David Sherwin, uno dei più celebri specialisti di cornetto, rivelatosi peraltro versatile percussionista e cantante.
Durante il secolo XV e la prima metà del XVI si affermò in tutta Europa la scuola polifonica franco-fiamminga, i cui rappresentanti si stabilirono in gran numero sul suolo italiano. I mecenati della penisola facevano infatti a gara nel procacciarsi i migliori cantori disponibili sulla piazza internazionale: avere alle proprie dipendenze una ben organizzata cappella musicale conferiva lustro e prestigio al signore, al punto che lo seguiva anche in occasione di viaggi di rappresentanza.
Caso esemplare di questo “viaggio in Italia” ante litteram è quello del musicista franco-fiamminga Guillaume Dufay (1400 - 1474): fu educato alla musica da bimbo nella cattedrale di Cambrai, in seguito si trasferì in Italia e dal 1420 fu al servizio dei Malatesta a Pesaro e a Rimini; dal 1428 in poi si hanno notizie certe della sua presenza nella Cappella papale a Roma. Il programma proposto guarda alle composizioni di quest’affascinante e carismatico compositore scritte durante il suo continuo spostarsi fra corti e città dell’Italia quattrocentesca.
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Il secondo appuntamento del Festival, il 22 giugno alle 21, e’ a Serra San Quirico, nell’Abbazia di Sant’Elena, dove la magia della musica sacra ci portera’ in luoghi remoti nel tempo e nello spazio: protagonisti Khaled Harman e l’Ensemble Kaboul, e la suggestiva sonorita’ della musica sacra afgana.
L’Abbazia di Sant’Elena viene fatto risalire all’iniziativa di San Romualdo all’inizio dell’XI secolo. La chiesa attuale è comunque assegnata alla fine del XII secolo per le sue caratteristiche costruttive influenzate dallo stile gotico.
Il prospetto posteriore è caratterizzato da una sola abside aperta da due monofore. Il profilo a saliente interrotto della facciata posteriore evidenzia una ridotta differenza in altezza delle tre navate.
Ai lati, due monofore più piccole danno luce alle navate laterali. Al di sopra delle monofore sono murati dei piccoli rilievi a stella a sei punte (sia in pietra che in cotto) ed antropomorfi. La facciata è sormontata da un campanile a vela ed è aperta da una finestra e da un portale.
Il portale presenta un archivolto costituito di tre ghiere: la più esterna a dentelli, in pietra bianca, l’intermedia liscia e la più interna decorata a girali. L’interno a tre navate con una spazialità “a sala” deriverebbe secondo alcuni autori da ristrutturazioni che nel XIII secolo hanno portato all’elevazione delle navate laterali ed alla costruzione delle volte.
Originale è la struttura dei pilastri che presentano delle colonne addossate su cui poggiano i piedritti degli archi longitudinali. Le semicolonne sono dotate di capitelli dotati di collarino ed abaco decorati di soggetti figurati o meno.
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La quarta sera, quella di domenica 25 giugno, ci vedrà attraversare il territorio marchigiano dalle dolci, dorate colline del vino sino alle verdi acque della Riviera del Conero. Due gli appuntamenti: alle 21.00 presso l’Abbazia di Sant’Elena, a Serra San Quirico e alle 24.00 presso la Chiesa di Santa Maria di Portonovo, dove suoneremo accompagnati dal frangersi delle onde sulle bianche, sassose spiagge poste ai piedi del Monte Conero.
Serra San Quirico ore 21.00/ Abbazia di Sant’Elena
per la mostra su Gentile da Fabriano e il Millennio dell’Abbazia
Viaggio in Italia di Dufay
musiche di Guillaume Dufay
Complesso La Reverdie
Produzione di “Grandezze & Meraviglie”
Festival Musicale Estense/ Modena
PROGRAMMA
Philippe de Commynes (1447 - 1511) Mémoires
Bartholomeus de Bononia (fl inizio XV sec)
Morir desio ballata**
composta per l’incoronazione a papa di Giovanni XXIII,
avvenuta il 17 maggio 1410
Philippe de Commynes (1447 - 1511) Mémoires
Antonius de Civitate (fl inizio XV sec)
Strenua quem duxit/ Gaudeat mottetto***
composto per il matrimonio di Giorgio Odelaffi, Signore di Forlì,
e Lucrezia degli Alidosi, 3 Luglio 1412
Philippe de Commynes (1447 - 1511) Mémoires
Anonimo italiano
Belfiore danza****
probabilmente dedicata alla residenza di Nicolò III d’Este,
Duca di Ferrara, denominata “Belfiore”
Johannes Tinctoris (XV sec)
Liber de arte contrapuncti Napoli, 1477
Guillaume Dufay (1398 ca - 1474)
Resveilles vous et faites chiere lye ballata**
per le nozze di Carlo Malatesta e Vittoria Colonna,
celebrate a Rimini il 18 luglio 1423
Vassilissa ergo gaude mottetto isoritmico***
per la festa di addio di Cleofe, sorella di Pandolfo Malatesta,
in partenza per Costantinopoli, 20 agosto 1420
Anonimo
Novel Canto brano strumentale
Guillaume Dufay
C’est bien raison de devoir essaucier ballata**
composta in onore di Nicolò III d’Este di Ferrara, il 26 aprile, 1433 o nel 1437
Antonio Squarcialupi, Lettera a Dufay
per conto di Piero e Lorenzo de’ Medici, 1 maggio 1467
Guillaume Dufay
Mirandas parit mottetto*
composto negli ultimi mesi della sua permanenza a Firenze
presso la corte papale, che lasciò il 18 aprile 1436
O Sancte Sebastiane/ O Martyr Sebastiane mottetto isoritmico**
composto probabilmente tra il 1421 e il 1422 in occasione
delle ricorrenti epidemie di peste in Italia
Guillaume Dufay Testamento, 8 luglio 1474
Guillaume Dufay
Exultet celum laudibus inno*
composti durante il primo soggiorno alla corte dei Savoia,
fra il 1433 e il 1435
Guillaume Dufay Testamento, 8 luglio 1474
Guillaume Dufay
Supremum est mortalibus bonum mottetto isoritmico*
per l’ingresso a Roma di Re Sigismondo accolto in San Pietro
da Papa Eugenio IV il 21 Maggio 1433
Guillaume Dufay Testamento, 8 luglio 1474
Complesso La Reverdie
Claudia Caffagni liuto, voce/ Livia Caffagni viella, flauti, voce/
Elisabetta de Mircovich voce, ribeca/ Ella de Mircovich voce, arpa/
Doron David Sherwin voce, cornetto muto, percussioni/
Matteo Zenatti voce, voce recitante
Fonti musicali
* Modena, Bibl. Estense, α.M.1.11 (lat 471) MOD B/
** Oxford, Bodleian Library, MS Canonici Misc. 213/
*** Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale, Q 15/
**** Faenza, Biblioteca Comunale, Cod.117
Portonovo ore 24.00/ Chiesa di Santa Maria di Portonovo
Tonos y Tonadas
I “tonos humanus” spagnoli e il folclore del sudamerica
Complesso La Chimera
Barbara Kusa soprano
Produzione del Cantar Lontano Festival
PROGRAMMA
Anonimo Ay amargas soledades
Ramón Navarro Chayita del vidalero
Lope de Vega Vuelve barquilla
Julio Santos Espinoza Vidala para mi sombra
Daniel Reguera Quiero ser luz
Gregorio Torcetta - Aníbal Cuadros Compadre del sol
Cristóforo Juárez - Agustín Carabajal Pampa de los guanacos
Anonimo Vuestros ojos
Anonimo Ojos azules
Gaspar Sanz Jacaras y Canarios
Anonimo Noche serena
Complesso La Chimera
Luis Rigou canto, flauti andini, percussioni/ Sabina Colonna Preti viola da gamba/
Quito Gato chitarre, liuti, percussioni/ Andrea De Carlo viola da gamba, violone/
Eduardo Egüez chitarre, liuti, percussioni
Barbara Kusa soprano
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Il concerto del 24 giugno alle ore 21.00 presso La Collegiata dell’Addolorata di Corinaldo vedrà impegnati due artisti di assoluto livello: Silvia Perez e Ravid Goldshmidt. Ecco le loro biografie.
Silvia Perez Cruz ha studiato pianoforte e saxofono alla scuola Rita Ferrer di Palafrugell. Si dedica, dall’età di diciotto anni all’improvvisazione, al jazz e al flamenco, sia come cantante che come saxofonista.
Ravid Goldschmidt è nato e cresciuto in un kibbuz in Israele. Suona le percussioni da quando è bambino, il suo stile è molto influenzato dalla musica e dai ritmi brasiliani. Ha deciso di suonare l’hang quando lo ha ascoltato la prima volta, suonato da un collega, durante un Festival in Israele. Ha conosciuto Silvia Perez Cruz durante un viaggio a Barcellona, città in cui si è trasferito dopo un viaggio lungo la strada del Cammino di Santiago de Compostela. L’hang è una sorta di steel drum reintrepretato da due costruttori svizzeri che ne hanno fatto uno strumento insolito e assai raffinato. Nel programma proposto è suonato da Ravid Goldschmidt e trova perfetto pendant nella splendida voce di Silvia Perez Cruz in un viaggio musicale che è miscela di magia e tradizioni, di Africa respirata dalla Spagna, di un approccio personale al fado che si intreccia con echi di jazz.
Il duo è passato alla ribalta delle scene internazionali quando Todd Garfinkle, il produttore di MA Records, ci si è imbattuto tra i muri stretti del Barrio Gotico di Barcellona. Da questo incontro casuale è nato un disco intitolato Llama che comprende gran parte delle musiche che verranno eseguite questa sera.
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Due note attorno al luogo in cui terremo il concerto del 24 giugno a mezzanotte.
La Chiesa dell’Addolorata e il contiguo ex convento delle suore benedettine vennero innalzati nella seconda metà del XVI secolo. L’odierno complesso monastico così edificato negli anni successivi al 1637 poggia per due lati sulle mura urbane mentre la chiesa sorge sulle fondamenta della distrutta rocca di Corinaldo esterna alla cinta di difesa, ma ad essa contigua.
La primitiva chiesa di forma rettangolare venne demolita intorno al 1730 perché “alquanto umida per aver la strada vicino al muro anteriore molto alta ” e al suo posto, tra il 1740 e il 1755, fu ricostruita l’attuale, consacrata dal vescovo Ippolito De’ Rossi il 30 settembre 1755. La nuova chiesa, nei documenti dei primi anni dell’Ottocento è ricordata ” di buona architettura, asciutta, in ottimo stato e di molto comodo “.
Agli inizi di questo secolo la chiesa, dedicata fin dalla sua fondazione a Sant’Anna , prese il nome attuale. Essa si presenta oggi a pianta centrale, con cupola e lanterna, ornata da un elegante e ricco interno rococò con tre altari e quattro pregevoli porte lignee sormontate da tele raffiguranti santi benedettini.
Nell’altare maggiore sono conservate la statua del Cristo morto e della Madonna addolorata che vengono portate processionalmente per le vie della città la sera del Venerdì Santo. Nella cantoria lignea sopra la porta d’ingresso è un pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Antonio Callido.
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Sabato 24 giugno alle ore 21.00 l’appuntamento nel cuore di Ancona. Nella piazza più amata dagli anconetani, Piazza del Plebiscito, meglio conosciuta come Piazza del Papa, risuoneranno le note del complesso Cantar Lontano, diretto dal Maestro Marco Mencoboni. Poi, alle 24.00 ci sposteremo a Corinaldo presso la Collegiata dell’Addolorata. Di seguito i programmi:
Ancona ore 21.00/ Chiesa di San Domenico
Il sacro nella Napoli spagnola
musiche di Diego Ortiz
Complesso di musica Cantar Lontano/ Marco Mencoboni direttore
Produzione del Cantar Lontano Festival
PROGRAMMA
Ad vesperas “In omnibus festivitatibus beatae Mariae”
Versiculus Deus in adiutorium
Antiphona Ave Maria
Salmo 109 Diego Ortiz (1510 ca - dopo il 1570) Dixit Dominus, a 4 alternatim
Mottectum Diego Ortiz Beata es Virgo, a 4
Antiphona In Odorem
Salmo 110 Diego Ortiz Confitebor, a 4 alternatim
Mottectum Diego Ortiz Dignare me laudare te, a 5
Antiphona Cum esse parvula
Salmo 111 Diego Ortiz Beatus Vir, a 4 alternatim
Mottectum Diego Ortiz Ave regina coelorum, a 6
Antiphona Speciosa facta es
Salmo 112 Diego Ortiz Laudate Pueri, a 4 alternatim
Mottectum Diego Ortiz Benedicta es celorum, a 7
Antiphona Beata Mater
Salmo 116 Diego Ortiz Laudate Dominum, a 4 alternatim
Mottectum Diego Ortiz Regina coeli, a 7
Himnus Diego Ortiz Ave Maris Stella, a 4 alternatim
Antiphona Beatam me dicent
Magnificat Diego Ortiz Magnificat octavi toni, alternatim
Antiphona Beatam me dicent
Motectum Diego Ortiz Salve Regina, a 5
Corinaldo ore 24.00/ Collegiata dell’Addolorata
LLama
musiche della tradizione spagnola e portoghese
Ravid Goldschmidt hang
Sílvia Pérez Cruz voce
PROGRAMMA
Claro de luna strumentale
Gitana flamenco/ testi in spagnolo
Vestida de nit ispirato alla “havanera”,
canzone tipica cubana/ testi in catalano
Niña ispirato a una canzone dal titolo “La niña de fuego”
testi in spagnolo
Lágrima fado portoghese
Floating up strumentale
Lullaby for Yali
Afrika strumentale, ispirato a ritmi africani
I’m all smiles
Los silencios de los desiertos
ispirato a un viaggio nel deserto, testi in spagnolo
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Ideazione, progettazione e direzione artistica Marco Mencoboni
progetto operativo Riccardo Mencoboni
coordinamento artistico Paolo Mencoboni
assistente alla direzione artistica Nicola Facciotto (Kalatà)
segreteria organizzativa Daniela Gaetani Giuseppe Barbone
allestimenti Andrea Zenoni
editing Federica Bassani
progetto grafico ma:design/ Doretta Rinaldi Massimiliano Patrignani
stampa Tecnoprint.
Cantar Lontano Festival è un progetto realizzato da E lucevan le stelle,
elucevanlestelle.com - cantarlontano.com.
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Alle ore 24 di venerdì 23 sarà la volta di Hélène Schmitt. Alcuni cenni biografici:
Hélène Schmitt è una musicista francese che suona regolarmente sulle scene di tutta Europa. Il suo repertorio riguarda principalmente le composizioni solistiche per violino del XVII e XVIII secolo: i suoi concerti e le sue incisioni discografiche hanno ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica internazionale. Lavora per l’etichetta Alpha con la quale ha portato a termine sei lavori discografici, fra i quali spicca l’incisione delle celebri Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach.
E’ ospite dei più importanti festival europei di musica antica, fra i quali l’Oude Muziek di Utrecht, l’Innsbrucker Festwochen di Innsbruck, il Festival Bach di Lausanne, il Festival di Pontoise, Les Grandes Journées di Versailles, Il Festival d’Ambronay, il Festival di Bruxelles, Les concerts Parisiens e molti altri ancora.
Dal 2005 è membro della giuria del Festival Musica Antiqua di Bruges.
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