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Gli artisti di Loreto:
Olivier Marcaud. Ha debuttato come solista negli Stati Uniti nella Cattrdrale di Saint Patrick di New York con il New York’s Ensemble for Early Music. Appassionatosi alla restituzione musicale dei canti epici medievali, ha lavorato all’abbazia di Royaumontsul repertorio occitano antico con Brice Duisit e sulle epopee germaniche con Benjamin Bagby.
E’ membro dell’Ensemble Micrologus, con questo gruppo ha impersonato il ruolo di Robin nel Jeu de Robin et Marion. Nel campo della musica barocca, collabora con gli ensembles Poème Harmonique e Cancionero.
Domitille Vigneron.Ha studiato violino, flauto diritto e composizione musicale al Conservatoire National de Région de Douai ed in seguito al Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris. Dal 1997 si esibisce in Francia e all’estero con l’ensemble Perceval; collabora con il Troubadours Art Ensemble diretto da Gérard Zuchettoed in parallelo porta avanti un’intensa attività di incisione discografica.
Jesu Christi Passiun è uno spettacolo tratto da un magnifico poema scritto mille anni orsono e ritrovato nella regione francese dell’Auvergne, precisamente a Clermont Ferrand, paese di Gerbert d’Aurillac, divenuto papa con il nome di Silvestro intorno all’anno mille.
Il testo di questa Passione restituisce, con un’intensità emozionale fuori dal comune, gli ultimi giorni della vita di Cristo, i dubbi, i miracoli e le profezie del Figlio dell’Uomo fino alla sua agonia e alla sua resurrezione. Il protagonista della Passione è descritto in con colori e movimenti quasi cinematografici: diventano così incredibilmente umani e vicini a noi le folle che lo acclamano al suo ingresso in Gerusalemme, e quelle che urlano richiedendo la sua morte, Pilato, Giuda, i sacerdoti del Sinedrio, i soldati romani, Maria, gli apostoli, i ladroni sulla croce.
Più di mille anni fa un narratore/cantore diede vita a tutti questi personaggi, passando dall’uno all’altro con incredibile abilità tecnica, catturando l’attenzione del pubblico, emozionandolo e finalizzando il racconto ad uno scopo edificante. Oggi, in un’ora di concerto, il duo Olivier Marcaud et Domitille Vigneron, attraverso un dialogo costante fra voce e strumenti, permette di ritrovare l’intensità e l’afflato epico di questa grande tradizione di jongleur.
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Venerdì 23 giugno, due i concerti in programma. Uno a Loreto alle ore 21.00 e l’altro a Jesi alla mezzanotte. Ecco i programmi:
Loreto ore 21.00/Santuario della Santa Casa
Jesu Christi Passiun
musiche dal manoscritto MS 240 della Cattedrale di Clermont-Ferrand
Olivier Marcaud voce
Domitille Vigneron viella
Hora vos dic vera raizun de Jesu Christi Passiun.
Vi racconto adesso la vera storia della passione di Gesù Cristo.
Et a cel di que dizen Pasches, cum la cena Jesus oc faita, el sus leved
del piu manjer, a.ssos fedels leved lis ped.
In quel giorno che viene chiamato Pasqua, consumò la cena,
poi alzatosi, lavò i piedi ai suoi discepoli.
Christus Jesus den s’en leved, Gehsemani – vil’es – n’anez.
Gesù Cristo dopo essersi alzato, si recò alla città di Getsemani.
Cum le matins fud esclairez, davant Pilat l’en ant menet.
All’alba del mattino, venne portato davanti a Pilato.
Cum el perveng a Golgotha, davan la porta de la Ciptat, dunc lor gurpit
sae chemisae, chi sens custurae fo faitice.
Arrivato al Golgota, alla porta della città, venne spogliato dei vestiti,
che erano fatti senza giunture.
Cum l’an levad sus en la cruz.
Poi lo misero in croce.
Joseps Pilat mult a preiat lo cors Jesus qu’el li dones.
Giuseppe ottenne da Pilato il corpo di Gesù e lo portò al sepolcro.
Alques vos ai deit de raizun.
Congedo del cantore, che chiede perdono al Cristo
per i suoi errori e le sue dimenticanze.
Jesi ore 24.00/ Chiesa di San Niccolò
A violino solo senza basso
musiche di Heinrich Ignaz Franz Biber, Johann Sebastian Bach
Hélène Schmitt violino
PROGRAMMA
Heinrich Ignaz Franz Biber (1644 - 1704)
Passacaglia in sol minore a violino solo senza basso
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Prima sonata in sol minore BWV 1001
Adagio, Fuga, Siciliano, Presto
Johann Sebastian Bach
Seconda partita in re minore BWV 1004
Allemanda, Corrente, Sarabanda, Giga, Ciaccona
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La sera del 23 giugno, dopo l’evento lauretano, ci spostiamo a Jesi nella chiesa di San Nicolò, per il concerto di mezzanotte.
La Chiesa di San Nicolò è l’edificio più antico della città di Jesi, documentato fin dal sec. XII. La dissacrazione della chiesa, avvenuta nel 1798, determinò i più svariati usi dell’edificio che subì sostanziali alterazioni nella struttura architettonica.
Un corretto restauro avviato da un comitato di cittadini nel 1970, ha permesso il recupero dell’edificio, attualmente di proprietà dei Padri Carmelitani che volentieri lo concedono per manifestazioni espositive e convegnistiche.
I caratteri stilistici della chiesa rimandano ad una fase di transizione tra soluzioni formali romaniche e impianti strutturali gotici.
A pianta basilicale triabsidata, l’interno manifesta una prevalenza di volte ogivali a crociera sostenute da pilastri compositi; rimandano invece a forme romaniche le anguste navate laterali introdotte da archi di valico a tutto sesto.
Particolarmente originale è la decorazione esterna del complesso absidale che presenta una successione di archetti pensili a goccia. Rigorosissima, quasi austera, è la facciata a due spioventi al cui centro si apre un portale ad arco senese in marmo policromo e ghiera in laterizio a spina.
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La IX edizione del Festival si apre nel Santuario di Loreto, giovedì 21 giugno alle ore 21, con il concerto che celebra una ricorrenza straordinaria: i 500 anni dalla pubblicazione del primo libro (in realta’ erano due) per musica strumentale, composta da Francesco Spinacino da Fossombrone appunto.
Il Santuario della Santa Casa e’ un luogo popolare di pellegrinaggio. Vi si venera la Vergine Lauretana, patrona dell’aviazione. Al suo interno è custodita la Santa Casa di Nazaret, dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione.
La casa della Madonna era formata da tre pareti addossate ad una grotta scavata nella roccia (che si trova nella Basilica dell’Annunciazione a Nazaret). La tradizione popolare racconta che nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre del 1294 le pietre della casa di Nazaret vennero trasportate in volo dagli angeli. In realtà, alcuni studi e dei documenti ritrovati hanno confermato che il trasporto avvenne per mare su navi crociate. Infatti, dopo la cacciata dei cristiani dalla Terra Santa da parte dei musulmani, un esponente della famiglia Angeli, regnanti dell’Epiro, si interessò di salvare la Santa Casa dalla sicura rovina, che fu, dunque, trasportata prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.
Gli studi effettuati sulle pietre della Santa Casa ne confermerebbero l’origine palestinese, esse sono lavorate secondo la tecnica usata dai Nabatei, un popolo confinante con gli ebrei, molo usata anche in Palestina. Sulle pietre vi sono numerosi graffiti simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo ritrovati in Terra Santa, in particolare a Nazaret. Inoltre i raffronti tecnici e architettonici dimostrano che le tre pareti si connettono perfettamente alla grotta custodita a Nazaret.
Il santuario fu costruito per proteggere la Santa Casa, su iniziativa del vescovo di Recanati, Nicolò delle Aste nel 1469, e fu concluso nel 1587 Il campanile fu disegnato da Luigi Vanvitelli e fu costruito nel 1755.
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Giovedì 22 giugno alle ore 21 la serata
inaugurale. Il Festival Cantar Lontano apre i battenti con “Solo per
voi tra mille”, nella suggestiva cornice della chiesa di Sant’Ansovino,
ad Avacelli di Arcevia. Questo il programma:
Solo per voi tra mille
musiche di Tobias Hume, John Jenkins, Carl Friedrich Abel
Vittorio Ghielmi viola da gamba
PROGRAMMA
Carl Friedrich Abel (1723 - 1787) 4 pezzi per viola da gamba sola
dal quaderno delle improvvisazioni
Silvestro Ganassi (XVI sec) Ricercar
Girolamo Frescobaldi (1583 - 1643) Toccata
Captain Tobias Hume (1569 ca - 1645)
Harke, harke (ascolta, ascolta!)/ A Souldiers Resolution/
Captain Hume Pavin/ A Souldiers Galliard
Antoine Forqueray (1672 - 1745)
Allemande/ La Giruette (la banderuola da vento)
Anonimo del XVI secolo Bagpipe (cornamusa)
John Jenkins (1592 - 1678) 4 ayres
Anonimo del XVI secolo “Little Dew, little Light”
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I sottobicchieri stanno andando a ruba. Ancora una volta, i gadgets che accompagnano le edizioni del Festival Cantar Lontano si rivelano oggetti di culto. Non avete ancora rintracciato la vostra copia dell’originalissimo CD? Non siete ancora riusciti a recarvi in uno dei tanti punti presso cui è possibile prelevarla? Niente paura, dalle pagine del blog è possibile ascoltare online tutte le 12 tracce audio. E’ sufficiente un clic.
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L’edizione 2006 del festival, si distinguerà anche per un’innovazione assoluta e senza precedenti: il Gioco del Cantar Lontano. Di che si tratta? Scopritelo e partecipatevi facendo clic qui.
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Vittorio Ghielmi, nato a Milano, si è distinto sin da giovanissimo per l’intensità della sua interpretazione musicale e per la novità del suo approccio alla viola da gamba. Vincitore del Concorso Internazionale Romanini di Brescia (1995) ha ricevuto nel 1997 The Erwin Bodky Award (Cambridge, Massachussets), riservato al miglior giovane musicista. Ha compiuto i suoi studi sotto la guida di Roberto Gini, Wieland Kuijken, Christophe Coin.
In duo col fratello Lorenzo o con Luca Pianca, ha tenuto recitals nelle più importanti sale d’Europa, in Giappone (Casals Hall) e negli Stati Uniti. Ha collaborato con artisti quali Gustav Leonhardt (in duo), Cecilia Bartoli, Andràs Schiff, Mario Brunello e, come solista invitato e direttore, con importanti orchestre (Wiener Philarmoniker, London Philharmonia, Los Angeles Philharmonic Orchestra, Il Giardino Armonico).
Ha inciso come solista per Decca, Teldec, Virgin, Supraphon, Auvidis, winter&winter , CPO, Harmonia Mundi Iberica etc. ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra le sue incisioni spiccano i concerti per viola da gamba ed orchestra di J.G.Graun, (il n.2 in la minore, con l’Ensemble baroque de Limoges diretta da C.Coin, il n.4 in la maggiore con la Wiener Akademie direttta da M. Haselböck, CPO; il n.3 in La Maggiore con “Il Gardellino”) che ha pure eseguito davanti a 10.000 persone con la Los Angeles Philharmonic Orchestra al Bowl Hall, Hollywood.
Con l’ensemble Il Suonar Parlante, da lui creata, ha collaborato con famosi compositori e jazzisti (Uri Caine, Kenny Wheeler, Markus Stockhausen, Don Byron, Ernst Reijseger). Ha eseguito prime di importanti composizioni contemporanee (Kevin Volans, Teatro Regio di Torino; Nadir Vassena, sala della Filarmonica di Berlino), ha accompagnato cantautori quali Vinicio Capossela (festival Tenco 2003) e lavorato con la famosa artista di circo Annie Fratellini.
Si è occupato di didattica della viola da gamba (metodo Biordi-Ghielmi, ed. Ut-Orpheus, Bologna), di pubblicazione di repertorio inedito (Minkoff) e di trattatistica antica (per Fuzeau ha curato la pubblicazione anastatica di tutti i trattati italiani per viola da gamba).
E’ professore titolare di viola da gamba al conservatorio Luca Marenzio di Brescia; è professore invitato al Conservatorio Superiore della Svizzera Italiana (Lugano), presso l’ Università di Salamanca ed ha tenuto corsi e conferenze in tutta Europa.
(http://www.pianca-ghielmi.com)
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Il Festival Cantar Lontano 2006 omaggia i suoi affezionati estimatori con un CD utilizzabile a mo’ di sottobicchiere, un CD che illustra tutti gli eventi in programma e che propone alcuni anteprime degli ascolti. L’elenco dei luoghi in cui è reperibile il CD è consultabile qui.
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Il terzo concerto, il 22 giugno alle 24, ci porta ad Avacelli di Arcevia, presso la chiesa di Sant’Ansovino con il concerto “Cantar bastardo“, protagonisti Marco Scavazza canto e Cristiano Contadin viola d’arco.
Il territorio in cui è situata la chiesa di Sant’Ansovino acquista la sua importanza durante l’alto Medioevo, quando i Longobardi del Ducato di Spoleto crearono, nella zona di confine con i Bizantini, un loro gastaldato con centro in “Castellum Petrosum” (l’attuale Pierosara) nella cui orbita gravitavano la conca di Fabriano e tutta l’alta valle del Misa.
La piccola valle del fosso Fagiano veniva a trovarsi al centro dei traffici tra una valle e l’altra, testimoniati tra l’altro dall’esistenza del vicino toponimo medioevale “Pian dell’Ospedale”.
La chiesa di Sant’Ansovino viene fondata, probabilmente, tra il X e l’XI secolo, anche se solo dal 1082 se ne hanno notizie certe. Nel 1199 figura dipendente dall’Abbazia di Sant’Elena dell’Esino, trasferita poi da questa ad un ordine cavalleresco rimasto sconosciuto.
Nelle “Rationes decimarum” risulta appartenente alla magione templare di Pian dell’Ospedale e tassata per la rilevante somma di 45 soldi.
Nel 1308 Papa Clemente V ordina ai vescovi di Jesi e di Fano di inquisire contro i Templari presenti nelle loro diocesi, tra i quali quelli apparentenenti alla “magione si S: Ansovinii della fossa de l’omo morto”.
La chiesa è stata più volte rimaneggata nei secoli XIV e XV: Della struttura originaria restano la facciata, un vano sotterraneo destinato ad ossario ed una serie di capitelli, che si riallacciano alla tradizione longobarda, posti all’interno dell’unica navata.
Il solo elemento decorativo della facciata è una croce astile con sei palle, tipicamente templare.
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Dal 22 al 26 Giugno 2006 torna Cantar Lontano, la prestigiosa rassegna musicale nata ad Ancona nel 1999 e volta alla riscoperta dei luoghi e degli spazi capaci di amplificare la bellezza della musica. Tra questi i luoghi più suggestivi e ricchi di cultura e di spiritualità della Provincia.
L’edizione di quest’anno ripropone infatti spazi ormai consueti per il Festival, come la stupenda Santa Maria di Portonovo, la Basilica di Loreto, ma anche un spazi nuovo come la Chiesa di San Domenico di Ancona e la piccola Chiesa Templare di Sant’ Ansovino, sperduta tra i boschi. Come già lo scorso anno il Festival si chiuderà in un “auditorium” naturale che ha un volume pari a quello di una grande cattedrale come la Grotta Grande del Vento all’interno delle Grotte di Frasassi. Il repertorio eseguito spazia da Dufay a Orlando di Lasso, ma tocca anche il meno noto Diego Ortiz; da segnalare l’esecuzione della Jesu Christi Passiun dal manoscritto 240 della cattedrale di Clermont-Ferrand del XI secolo. Cantar Lontano Festival, come sostiene il Touring Club Italiano nella sua ‘Guida alla musica in Italia’, è una delle pochissime manifestazioni culturali marchigiane di respiro internazionale
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Un gioiello romanico immerso nel verde
Perfettamente inserita nel paradiso naturale del Monte Conero, questa chiesa sovrasta la scogliera di bianco calcare su cui è arroccata.
In armonia con l’ambiente circostante, parzialmente nascosta nel verde, è un vero e proprio gioiello dell’architettura romanica, realizzato in blocchetti lavorati di calcare del Conero.
La pianta a croce greca è divisa in cinque navate, la cupola risulta divisa in due parti, il tiburio e il tamburo sono quadrati, la principale fonte di luce è rappresentata dalle caratteristiche bifore.
Caratterizzata dalla pietra bianca del Conero, e’ per le sue forme armoniose ed eleganti la piu’ genuina di tutta l’architettura romanica. Pur attraverso varie vicissitudini la chiesa si e’conservata integra. La chiesa faceva parte di un monastero fondato probabilmente nel XI secolo, ma abbandonato nel XIII secolo. La bellezza di questa chiesa a croce greca risulta da una combinazione di elementi architettonici di provenienza bizantina con la maestria degli architetti lombardi. La sua pianta e’ un innesto fra lo schema basilicale e quello a pianta centrale. Insolito e’ che delle cinque navate le due esterne sono accorciate e fingono un transetto. Le tre absidi sono rivolte verso il mare, dalle loro finestre entra la luce del sole nascente che illuminava all’alba l’ufficio del canto mattutino dei monaci. In stile bizantino e’ la cupola che si alza su una base rettangolare e finisce in forma ellissoidale.
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Le grotte sono parte di un complesso sistema ipogeo che si estende per circa 18 chilometri all’interno del Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, un’oasi di verde ricca di storia e arte.
Le grotte hanno una storia antichissima e recente. Le meravigliose cavità sotterranee hanno iniziato a formarsi circa 1.400.000 di anni fa, quando il torrente Sentino, con il suo alveo più in alto rispetto alla posizione attuale, incontrò, insinuandosi tra le faglie delle montagna, l’acqua mineralizzata risalente dal basso. La roccia permeabile del monte è stata progressivamente corrosa dalle acque, che goccia dopo goccia depositano ancor oggi il calcare trasportato, dando vita alle diverse concrezioni. Scoperte casualmente dal Gruppo Speleologico C.A.I. di Ancona nel 1971, sono visitabili dal 1974 per un tratto lungo circa un chilometro e mezzo. La temperatura interna è costante a 14 gradi. La grotta più estesa è la Grande Grotta del Vento (13 Km).
Le spettacolari cavità sono già state visitate da oltre dieci milioni di persone. In un’ora circa di itinerario silenzioso e agevole si possono ammirare gli involontari capolavori della natura valorizzati da un sapiente uso dell’illuminazione, opera dello scenografo Cesarini da Senigallia.
Piccoli laghi, stalattiti intarsiate, lucenti stalagmiti, sale con arabeschi di cristallo e alabastro dai nomi più fantasiosi: il maestoso Abisso Ancona, la Sala dei Duecento, il Grand Canyon, la Sala delle Candeline, la Sala Bianca, la Sala dell’Orsa e quella dell’Infinito.
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